Il ragionamento è abbastanza semplice. Se il proprietario di una casa non dispone più di quel bene perché gli è stato occupato, e se ha fatto di tutto per farlo liberare, denunciando penalmente chi ne ha preso indebitamente possesso, non può essere chiamato a pagare le tasse che gravano su quel bene. Soprattutto se chi non è riuscito a liberarlo e a restituirlo al legittimo proprietario, è quello stesso Stato che poi chiede di versare le imposte. La Corte Costituzionale scende in campo a difesa dei proprietari degli immobili occupati, sia pubblici che privati, in molte città italiane e che da anni le amministrazioni locali e le prefetture, hanno difficoltà a liberare. Con il paradosso che, fino al 2022, su quei beni i Comuni hanno preteso di continuare ad incassare l’Imu. Nella sua prima manovra di Bilancio, quella per il 2023, il governo Meloni aveva già messo un punto a questa vicenda. È stata inserita una norma che, a partire dal primo gennaio del 2023, ha esentato i proprietari degli immobili occupati e che hanno denunciato penalmente gli occupanti, dal versamento dell’Imposta comunale sugli immobili. Ma la norma del governo Meloni non copre il passato. Non dà cioè diritto a richiedere il rimborso di quanto “indebitamente” versato ai Comuni negli anni precedenti.
IL PASSO
La Consulta compie dunque, questo ulteriore passo, dichiarando illegittima costituzionalmente la norma del 2011 che ha introdotto l’Imu senza esplicitamente prevedere una esenzione per le case occupate.
La sentenza della Consulta farà pendere ora la bilancia dalla parte dei proprietari in tutti i procedimenti tributari in essere. Ma il rimborso dell’Imu, almeno quello non ancora prescritto relativo alle ultime quattro annualità, potrà molto probabilmente essere avanzato anche da chi ancora non ha avviato nessuna richiesta ma si è limitato ogni anno a versare la tassa. In realtà, essendo stata eliminata dal 2023, il rimborso potrà riguardare solo il 2021 e il 2022. La sentenza, comunque, spiega che il presupposto per evitare il versamento è aver presentato una denuncia penale nei confronti degli occupanti. Chi non lo ha fatto non potrà procedere. La decisione dei giudici di fatto ribalta quello che era l’orientamento della giurisprudenza fino a questo momento, che aveva riconosciuto nella mera proprietà il presupposto del pagamento dell’Imu.
I NUMERI
Ma quali sono i numeri del fenomeno? Nella relazione tecnica alla manovra del 2023, quella che ha introdotto l’esenzione dell’Imu per le case occupate, il governo aveva presentato una serie di stime. Gli immobili occupati erano stati calcolati, partendo dai dati forniti da Federcasa, in 48 mila. Per l’ediliza residenziale pubblica, il gettito Imu annuale delle case occupate vale circa 26 milioni di euro, altri 13 milioni sono invece quelli dovuti dai privati. Ma considerando che i procedimenti penali per occupazioni abusive non archiviati sono poco più di 7 mila l’anno, il governo aveva aggiunto prudenzialmente altri 34 milioni di perdita di gettito. La minore Imu per le case occupate, insomma, sarebbe di 73 milioni l’anno. Che moltiplicati per quattro anni fanno 292 milioni. Quanta parte potrà effettivamente essere recuperata? Difficile dirlo. Molto dipenderà da quanti hanno effettivamente presentato denuncia penale nei confronti degli occupanti. Una misura che non sempre viene presa. A volte per disinteresse verso il bene, a volte, soprattutto nel pubblico, per non infierire su famiglie che si trovano in condizioni economiche e sociali disagiate.