I poliziotti del commissariato Fidene erano certi che in quella casa fosse nascosta della droga. Probabilmente però non si aspettavano di trovarne così tanta. Dunque, quando mercoledì pomeriggio sono entrati in una villetta a schiera di Corcolle per eseguire una perquisizione “mirata”, si sono trovati davanti una montagna di hashish. Quasi mille chili di stupefacente confezionati in panetti e pronti ad essere lavorati. Una quantità “monstre” che si presume sia di proprietà di qualche bel gruppo organizzato e che una volta immessa sul mercato avrebbe fruttato non meno di cinque milioni di euro. E chi se non un gruppo strutturato in un territorio dove l’appetito criminale segue calabresi qui confinati da condannati e poi resuscitati per mano di figli e nipoti scaltri, ma anche pregno di albanesi e contigui, può permettersi tutto questo hashish? Dentro l’appartamento oltre alla droga la polizia ha scoperto una donna, classe 1973, di natali siciliani (nata a Noto), ma da tempo ormai residente nella Capitale.
LA “GUARDIANA” SICILIANA
La donna, che è stata poi arrestata, si chiama C.
I PRECEDENTI
Le cronache, anche le più recenti, hanno messo in luce la facilità e anche la casistica (sempre più numerosa) di persone che, dietro un corrispettivo mensile coprono armi e stupefacenti. Di indubbia “qualità” ai fini di capire come va il sistema, la scoperta dell’arsenale di armi nel cuore di Pietralata gestito da una donna che, dopo aver confermato tutto e infine ritrattato, custodiva almeno una dozzina di armi rubate fra la Capitale, Avezzano, Perugia e relative munizioni per il gruppo dei Daranghi legato anche a Luigi Finizio, l’uomo ammazzato da una raffica di colpi il 13 marzo 2023 in un distributore del Quadraro. In base alle indagini della Mobile che hanno portato in carcere i membri di quel gruppo, proprio Finizio si occupava di portare la droga in giro per l’Italia con consegne, anche in giornata, a Bolzano e Trento.