Silenzio. A Monteverde da quando il passaggio del tram 8 si è interrotto per dare modo di aprire il grande cantiere per il rifacimento della massicciata e dei binari ormai deteriorati, sulla Gianicolense le orecchie dei residenti riposano. «Non se ne poteva più dello stridere dei convogli. Abito all’inizio della circonvallazione, nei pressi dell’incrocio con i Colli Portuensi - dice Alessandra, 47 anni, infermiera al San Camillo - e ora finalmente metto la sveglia. Prima, invece, a tirarmi giù dal letto era la messa in servizio a inizio turno dei “bisonti”. Se si potesse tornare indietro nel tempo questa linea la cancellerei». Inaugurato nel ‘98, il tram piombò nel quartiere tra mille polemiche. A nulla valsero le proteste dei cittadini, né la costituzione di comitati del “no”. Di punto in bianco vennero soppressi autobus diretti in Centro e in altri quartieri come il 13, il 27, il 65, il 181, il 717 e il 774. Il tutto per fare spazio al «tram veloce» come venne annunciato all’epoca. E, invece, ora che il cantiere avviato un anno fa (e non ancora concluso) ha fermato tutto, viene fuori il paradosso: le navette sostitutive sono più veloci. «Passano una dopo l’altra - dice Ennio, 67 anni, ex portiere di uno stabile di via Palasciano appena sceso alla fermata di San Giovanni di Dio - e quando possono si immettono sulla preferenziale del tram, nei tratti in cui il cantiere non è operativo. Risultato? Si muovono più veloci, dribblando il traffico e recuperando il tempo perso ai semafori. Ora per arrivare da Monteverde a piazza Venezia impiego mezz’ora, con il tram almeno 40-45 minuti». Il paradosso è balzato all’attenzione anche dei social di quartiere. Il tram veloce si è rivelato una tram «lumaca».
VIAGGI LUMACA
«Già i tram di Roma vanno pianissimo, si fanno tutti i semafori.