Russia, la rivoluzione di Putin: un manager alla Difesa per l’economia di guerra

Belousov al posto di Shoigu per spingere l’industria bellica che dovrà sostenere il Paese

Russia, la rivoluzione di Putin: un manager alla Difesa per l’economia di guerra
di Marco Ventura
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Martedì 14 Maggio 2024, 06:31

A spiegare, numeri alla mano, la nomina di un economista nuovo ministro della Difesa russo in un briefing coi giornalisti, domenica notte, è Dmitry Peskov, il portavoce di Putin. Spiega come la spesa militare in Russia sia cresciuta con «l’operazione speciale in Ucraina» dal 3 al 6.7 per cento del Prodotto interno lordo e sta per raggiungere il 7.4, percentuale che ricorda quella dell’Urss in piena corsa al riarmo a metà degli anni ‘80. «Questo è estremamente importante - conclude Peskov - e richiede una capacità di gestione speciale». Che non può essere quella di un generale come Sergei Shoigu, ma di un economista e, anzi, del consigliere economico di Putin per sei anni, Andrei Belousov, poi primo vicepremier della Federazione e responsabile del programma di produzione dei droni. Prende il posto di Shoigu, l’amico siberiano di Putin, colpevole di non aver dato il colpo di grazia a Kiev nei primi giorni dell’invasione, di non aver saputo scardinare le mire golpiste del capo dei mercenari Wagner, Evgenij Prigozhin, infine di essersi invischiato nelle trame corruttive dell’esercito al punto che il suo numero 2, Timur Ivanov, è agli arresti con l’accusa di avere intascato mazzette per 11 milioni di dollari.

IL PIANO
A colpire Putin, l’abilità di Belousov di raccogliere l’equivalente di 3 miliardi di dollari con tasse sulle imprese. Una fonte di governo citata dalla Reuters lo definisce «molto organizzato, sistematico, duro, uno a cui piace avere il controllo su tutto». Avrebbe una mentalità molto “sovietica”, crede nella «supremazia dello Stato, unico a decidere come spendere i soldi». Insomma, l’uomo giusto per un’economia di guerra in cui l’apparato militar-industriale deve sostenere le casse del Cremlino e offrire una rete di protezione a chi si ritrova emarginato. Il nuovo corso è centrato sulla guerra d’attrito in Ucraina, Putin la immagina lunghissima, e sul confronto con l’Occidente che ha ancora un formidabile potere economico-finanziario e lo esercita attraverso pacchetti di sanzioni uno dopo l’altro. «La priorità di Putin è la guerra», commenta Alexandra Prokopenko, ex consigliera della Banca centrale russa, oggi analista di Carnegie. «La guerra d’attrito è vinta dall’economia», dice.

LA SVOLTA
La scelta di Belousov significa che la spesa militare aumenterà in quantità, valore, ma anche innovazione.

Non a caso, il neo-titolare della Difesa è stato tra coloro che hanno convinto Putin del ruolo cruciale dell’economia digitale e della Blockchain (Bitcoin e simili) e al tempo stesso a schierarsi tra i pochissimi esperti del Cremlino a favore della guerra in Ucraina nel 2022 e dell’annessione della Crimea nel 2014. Andrei Removich Belousov, detto “Remych” dagli amici, è perciò l’asso nella manica dello Zar sia per fare pulizia all’interno di un esercito corrotto, sia per introdurre veri modelli finanziari nel mondo della Difesa (lo sostiene il blogger militare Rybar). Del resto, l’economia russa ha sopportato le sanzioni occidentali e la necessità di spostarsi sui mercati da Ovest a Est, oltre all’esborso militare quotidiano per armi e soldati buttati al fronte, grazie ai ricavi dei prodotti energetici e alle fabbriche di armi che hanno dovuto assumere «più di mezzo milione di persone» in un anno.

LE REAZIONI
Per il consigliere presidenziale di Zelensky a Kiev, Mikhaylo Podolyak, «la riorganizzazione del vertice amministrativo russo da parte di Putin indica diverse cose: innanzitutto, la transizione finale del Paese al «comunismo militare, la militarizzazione totale dell’economia e la ristrutturazione dei sistemi di rifornimento dell’esercito, per dare risorse a una guerra senza fine». In secondo luogo, Putin ha deposto il gruppo di Shoigu tranne il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov, che continuerà nella funzione di stratega militare e autore dei piani di battaglia, e ha pure ridimensionato il clan di Patrushev, il segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale che non nascondeva l’ambizione alla successione di Putin per sé o per il figlio, che è ministro. Patrushev viene rimpiazzato proprio da Shoigu. Infine, l’economia russa doveva essere «riconfigurata», secondo Podolyak, per funzionare «in formati in grado di fornire un forte aumento della componente militare». Non a caso, nella sua prima uscita pubblica, Belousov non ha parlato di manovre sul terreno, tank o bombe, ma di come snellire la burocrazia per accogliere presto le richieste di sostegno economico dei veterani di guerra o saltare la fila negli ospedali da parte dei militari. Il nuovo corso della guerra ha bisogno più di rubli che di soldati, per questo ci voleva una rivoluzione dell’organigramma. Putin V l’ha fatta.

Marco Ventura

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