Lo scorso giugno una delegazione Azzurra era volata a Parigi per partecipare alla prima edizione dello Special Olympics International Tag Rugby Tournament conquistando una medaglia di argento. Ma non è tutto: in occasione dei Giochi Nazionali Estivi Special Olympics ( disputatesi nel 2017 a Biella e nel 2018 a Montecatini, ndr) e a Torino, con i Play the Games, il Rugby Unificato ha rappresentato la nuova frontiera dello sport unificato. A ribadirlo, a gran voce, nel corso di un incontro, tenutosi due giorni fa presso la sede Coni Lazio, i diversi referenti, presidenti e tecnici di Rugby Club insieme ad alcune Associazioni locali che si occupano di inclusione per le persone con disabilità intellettiva.
Il Tag Rugby Unificato a 7
In origine, negli anni Settanta, erano semplici partite di Palla Scout. Poi, agli inizi degli anni Novanta, in Gran Bretagna è diventato il “Tag Rugby”: uno sport dove non esiste il placcaggio come accade nell’attività tradizionale, ma viene sostituito dallo strappo del flag, uno dei nastri al portatore di palla avanzante. In Italia, così come in Francia, il metodo è diventato una tradizione consolidata che aiuta a prendere confidenza con gli obiettivi della disciplina oltre ad acquisire destrezza sul campo e avere fiducia nelle proprie capacità.