Traffico illecito di rifiuti con base in Ciociaria: l’incendio alla Mecoris ha fatto scoprire il sistema

L’indagine avviata dal personale della questura e dai carabinieri della Forestale, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, trae origine dal vasto incendio divampato il 23 giugno del 2019 all’interno dell’azienda

Rifiuti arresti tra Frosinone e Latina operazione tra Latina e Frosinone
di Marina Mingarelli
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Martedì 21 Maggio 2024, 06:00

Associazione a delinquere finalizzata al traffico illeciti di rifiuti, nove persone finiscono in manette . L’operazione avviata dalla squadra Mobile di Frosinone e dal Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale (Nipaf) del Gruppo carabinieri forestale di Frosinone ha portato all’arresto di Mario Aliperti, Antonio Annunziata, Scilla Gaetani, Andrea Papas, Marcello Perfili Riccardonato Traversa, Luana Troiano , Paolo Vannuccini e. Luigi Varrone . Nel corso delle indagini è stato disposto il sequestro preventivo di 4 società del profitto pari a circa 2.500.000 euro. Sono 41 - in totale - le persone indagate che risiedono in varie parti di Italia e che debbono rispondere a vario titolo di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, traffico illecito transfrontaliero di rifiuti, smaltimento illecito di rifiuti, sostituzione di persona e trasferimento fraudolento di valori.

IL RETROSCENA

L’indagine avviata dal personale della questura e dai carabinieri della Forestale, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, trae origine dal vasto incendio divampato il 23 giugno del 2019 all’interno dell’azienda “Me.Co.Ris un impianto ubicato nell’area industriale di Frosinone, specializzato nel recupero e nel riciclaggio di rifiuti solidi urbani ed industriali. Dagli accertamenti eseguiti sulla gestione dei materiali conferiti da parte della società era emerso che all’interno di questo impianto operava un’associazione finalizzata al traffico illecito . Per tale motivo il fascicolo era stato inviato per competenza, alla Dda. Dall’attività svolta, sarebbe emersa una forte e stabile collaborazione tra gli amministratori ( molti dei quali operavano nell'ombra) dell’impianto di Frosinone andato distrutto, le varie società campane che conferivano il pattume all’impianto e i gestori dei tanti siti di smaltimento e recupero finale degli stessi, in primis un impianto di scorie di Cisterna di Latina .

IL SISTEMA

Gli investigatori hanno scoperto che dal primo gennaio del 2019 all’interno della compagine societaria era entrato Marcello Perfili, un noto imprenditore frusinate. Quest’ultimo attraverso diverse società di intermediazione partenopee, era riuscito a far arrivare dalla Campania ingenti quantità di rifiuti. Per legge, però, questi ultimi dovevano essere lavorati all’interno della propria Regione. Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori Perfili insieme ai suoi collaboratori e con le società di intermediazione, sfruttando le criticità del sistema di gestione dei rifiuti urbani della regione Campania, aveva messo in piedi un’attività illecita di smaltimento che confluiva presso l’impianto di Frosinone. Nonostante l’incendio alla Meco.ris il traffico è proseguito come se niente fosse, non solo nel territorio nazionale ma anche estero.

L’EXPORT

Perfili, insieme all’imprenditore Antonio Annunziata di Napoli, aveva scelto un capannone di Aviano in provincia di Pordenone per portare avanti gli affari illeciti. Tale sito veniva utilizzato per stoccare abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti misti di ogni genere, compresi quelli ospedalieri oltre a quelli organici, accatastati ben oltre la capacità consentita, falsamente indicati come plastica e gomma provenienti da svariati impianti dislocati sul territorio nazionale. Parte di quella immondizia accumulata presso l'impianto frusinate non era sottoposta alla benché minima operazione di selezione o di cernita. I rifiuti venivano poi illegalmente redistribuiti presso ulteriori impianti gestiti da soggetti compiacenti, che si trovavano anche al di fuori dei confini nazionali, come in Ungheria o Repubblica Ceca. Alla luce di quanto emerso personale della squadra Mobile e i carabinieri della Forestale hanno fatto scattare gli arresti. Tutti e nove i soggetti coinvolti hanno beneficiato dei domiciliari. Marcello Perfili è rappresentato dall'avvocato Calogero Nobile. Si attende ora la fissazione degli interrogatori.

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