Campi Flegrei, servizio choc della tv svizzera: «Napoli sepolta sotto 30 metri di cenere». Ingv: «Nessun segnale di eruzione imminente»

Il reportage, dopo una stima dei tempi in cui avverrebbe l'eruzione, in maniera a dir poco spietata conclude: «Trenta minuti sono pochi per evacuare una città»

Eruzione Campi Flegrei, il servizio choc della tv svizzera: «Morte e distruzione, Napoli sepolta sotto 30 metri di cenere»
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Aprile 2024, 19:23 - Ultimo aggiornamento: 19:52

Che i Campi Flegrei rappresentino una minaccia per la sicurezza dei cittadini di Napoli è un fatto ormai noto. Ma quello che afferma la tv pubblica svizzera di lingua italiana, RSI, non farà di certo dormire sonni tranquilli agli abitanti dell'area. In un servizio pubblicato su YouTube, dal titolo «Napoli, il supervulcano che minaccia l’Europa», viene ipotizzato uno scenario catastrofico, in cui l'eruzione dei Campi Flegrei finirebbe per seppellire il capoluogo partenopeo «sotto 30 metri di materiale vulcanico». Provocando, secondo il vulcanologo Patrick Allard, «vittime e grande distruzione».

Terremoto Campi Flegrei, cosa sta succedendo? «Le scosse dovute al sollevamento del suolo di 1 centimetro»

Napoli, il documentario choc sull'eruzione dei Campi Flegrei

Le immagini proposte, se possibile, sono ancora più angoscianti: nel documentario, dalla durata di 42 minuti circa, si vede una ricostruzione animata in 3D di piazza del Plebiscito sommersa dalle nubi ardenti, in una città completamente devastata.

Il documentario afferma: «Napoli nasconde un mostro silenzioso.

Si tratta di uno dei vulcani più pericolosi al mondo, la cui attività allarma gli esperti e il governo italiano. La possibile ripresa dell’attività di questo supervulcano, che conta quaranta crateri, preoccupa i 500.000 abitanti che vivono nella zona rossa e minaccia i dodici milioni di turisti che ogni anno visitano la città».

«Nella regione - spiega ancora il servizio della tv svizzera - le scosse sismiche sono ormai all’ordine del giorno e lo scenario di una grande eruzione non è escluso. Nel reportage incontriamo i napoletani preoccupati e gli scienziati pronti a dare l’allarme da un momento all’altro. Il rischio di una grande eruzione potrebbe avere conseguenze devastanti per l’intera Europa».

«Trenta minuti sono pochi per evacuare una città»

Uno degli esperti intervistati nel corso del documentario, Amy Donovan, professoressa di Geografia all’Università di Cambridge, spiega: «A quel punto la città dovrebbe essere deserta perché l’aria sarebbe satura di cenere, materiale piroclastico e residui vulcanici di ogni tipo». Il documentario, dopo una stima dei tempi in cui avverrebbe l'eruzione, in maniera a dir poco spietata conclude: «Trenta minuti sono pochi per evacuare una città».

Ingv: «Nessun segnale di imminente eruzione»

L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), commentando in una nota l'eco mediatica avuta dal documentario svizzero, afferma che non c'è al momento nessun segnale di un'imminente eruzione dei Campi Flegrei. «Si tratta di un'informazione non basata su dati, e che ignora completamente tutte le importanti attività scientifiche e di pianificazione che hanno visto, e ancora vedono, scienziati e Protezione Civile lavorare fianco a fianco per gestire al meglio delle conoscenze la pericolosità vulcanica ed il relativo rischio di una delle aree più antropizzate al mondo», si legge nella nota, firmata dal presidente dell'Ingv Carlo Doglioni, dalla direttrice del dipartimento Vulcani dell'Ingv Francesca Bianco e dal direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'Ingv Mauro A. Di Vito.

«I Campi Flegrei sono la più grande caldera urbanizzata attiva nel cuore del continente europeo. A partire dal 2005 è interessata dal fenomeno bradisismico che causa il sollevamento del suolo, terremoti ed emissioni fumaroliche. La caldera è monitorata da un sistema di monitoraggio multiparametrico continuo. Tutti i dati forniti da tale sistema, al momento, non mostrano evidenze dell'imminenza di una eruzione vulcanica, tantomeno di grandi proporzioni», si legge nella nota.

«Le azioni di mitigazione del rischio vulcanico - prosegue l'Ingv - sono basate sulla condivisione delle informazioni corrette sullo stato del vulcano. La condivisione può avvenire in molteplici forme, quali la pubblicazione di dati e di bollettini sui siti web istituzionali, incontri scolastici, incontri con la popolazione esposta al rischio, seminari, conferenze, corsi di formazione ai giornalisti e quant'altro. L'ampio spettro di queste attività è continuamente praticato dal nostro Istituto». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA