IL DIRETTORE GENERALE
«Di questa trattativa non me ne sono occupato io». L’ammissione è del dg Pierluigi Di Santo, artefice di due promozioni del Rieti. «Se il presidente ha fatto questa scelta, mi fido di lui, significa che l’ha fatto per il bene dei colori - aggiunge - Non posso che essere contento. Dovessero esserci le condizioni per proseguire nei rapporti, ben venga. Non nascondo che, se dovessi non far più parte del progetto del Rieti calcio, mi dispiacerebbe. A Rieti sono affezionato, ho dato tanto e ricevuto tanto. Normale che dopo aver vinto la seconda volta qui, mi piacerebbe fare come ho fatto nel 2005, almeno un anno di C. Dispiacerebbe non poter contribuire dopo questa cavalcata a non fare ancora qualcosa per questa città. Ora – aggiunge - ci sarà un’altra proprietà e ci sarà da capire che tipo di progetto vorrà sostenere. A me interessa l’aspetto tecnico. Ma non sta tutto a me. Immagino a breve ci sia un incontro». Di Santo è corteggiato: le voci lo danno particolarmente gradito a Latina. «Non nascondo che qualche contatto c’è stato, ma ho aspettato il Rieti, rispetto dei colori e di Riccardo. Lo rifarei altre volte». Insomma, la corte non manca, ma la voglia è grande di dare continuità a quanto iniziato ormai due stagioni fa, replicando quanto fatto anche nel 2005. Ma direttore ci faccia un nome, un’indiscrezione: vero che sono greci? «Rispetto la parola data a Curci. Da me non avrete nulla».
© RIPRODUZIONE RISERVATA