Fotovoltaico, a caccia di energia pulita: Marche top, «ma non toccate i campi»

Oltre 40mila impianti distribuiti sul territorio. Nel Maceratese si producono i volumi maggiori

Fotovoltaico, a caccia di energia pulita: Marche top, «ma non toccate i campi»
di Véronique Angeletti
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Lunedì 6 Maggio 2024, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 06:55

ANCONA Oggi in Consiglio dei Ministri il fotovoltaico va in scena e coinvolge tre ministeri. Da un lato, quello dell’Agricoltura del ministro Lollobrigida (FdI) che, con un decreto, vieterebbe le zone agricole per la costruzione di campi di pannelli solari, sostenuto dal ministro della Cultura Sangiuliano (FdI) che scende a difesa dei paesaggi.

Dall’altro, quello del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin (FI), all’oscuro del provvedimento, che a febbraio aveva varato una serie di incentivi ventennali all’agrivoltaico e teme una battuta d’arresto per raggiungere gli impegni di transizione energetica dell’Italia.

 

L’appuntamento

Questa mattina, sarà all'esame del Governo la nuova formula studiata dai tecnici durante il fine settimana.

Intanto, qualunque sia l’esito, la Regione Marche si è dotata a metà marzo di un provvedimento ponte. Si tratta di una legge transitoria, mediata tra maggioranza e minoranza, fortemente voluta da Coldiretti, che regolamenta la realizzazione di impianti fotovoltaici. «Si tratta di una risposta – dichiara l’associazione - alle richieste degli agricoltori e dei cittadini contro il consumo di suolo». Nel 2021 aveva raccolto ben 8.300 firme di marchigiani contrari a pannelli solari a terra, ma favorevoli a impianti sui tetti degli edifici, magazzini e capannoni. Una legge, tuttavia, che secondo il presidente Legambiente, Marco Ciarulli, confonde il fotovoltaico e l’agrivoltaico. «Ripeto quanto già detto in Commissione - entra nel merito - Se è vero che è indispensabile una governance in grado di tutelare l’ambiente e tenere a bada le speculazioni, è altrettanto vero che senza grandi impianti a terra fatti nei luoghi giusti, l’Italia non raggiungerà i 60 gigaWatt di energia fotovoltaica». Per Legambiente, fondamentale è distinguere le due tipologie d’installazioni.

La differenza

Il fotovoltaico riguarda impianti a terra che porteranno ad un consumo del suolo rimovibile - non si tratta di colata di cemento - e, al massimo, occuperanno lo 0,6% dei campi. Percentuale ampiamente soddisfatta da luoghi incolti e abbandonati. Mentre per l’agrivoltaico, si tratta di impianti posizionati sì in campi vocati all’agricoltura, ma ad un’altezza che consente le lavorazioni di un trattore e daranno un ulteriore reddito all’azienda agricola. «Un ragionamento – avverte Ciarulli – che richiede controlli per limitare l’installazione di impianti all'effettivo fabbisogno di copertura elettrica delle Marche senza andare oltre». Questo perché, al di là delle prese di posizioni, la legge marchigiana è stata la risposta della Regione alla valanga di richieste di installazione di questi ultimi anni e alle proteste di tanti comitati a difesa dei territori interessati dagli impianti.

Le domande

Richieste di autorizzazioni che hanno fatto delle Marche, nel 2022, la prima regione produttrice di energia fotovoltaica prodotta in Italia (5,1%) e la maggiore potenza installata pro capite (805 Watt per abitante contro la media nazionale di 415). Nell’ultimo report del Gse (la società del Ministero dell’economia che gestisce i servizi energetici), il fotovoltaico, nelle Marche, rappresenta il 78,9% della produzione di energie rinnovabile ed è prodotto da ben 39mila impianti (+20% dal 2021), più di tutto ad uso residenziale (31.178). Nella classifica, 3722 sono per le industrie, 3457 per il terziario, 1590 per le aziende agricole e 173 ad uso delle amministrazioni pubbliche. Impianti più di tutto anconetani (12.830) anche se per il volume di produzione (409,7 gigawatt/ora) dominano quelli maceratesi. Un trend che non si ferma. Il primo semestre dell’anno scorso sono stati autorizzati altri 5.701 nuovi impianti (+14,3%). Quanto all’agrivoltaico, a settembre 2023, la superficie realmente occupata dagli impianti a terra nelle Marche era di 966 ettari. Il che equivale allo 0,21% della superficie agricola utilizzata contro una media nazionale dello 0,13%.

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