MV Rubymar, il cargo colpito dagli Houthi diventa bomba ecologica: marea nera davanti allo Yemen

A preoccupare era soprattutto il carico di quell'imbarcazione: 21mila tonnellate di solfato di fosfato di ammonio, usato come fertilizzante

MV Rubymar, il cargo colpito dagli Houthi diventa bomba ecologica: marea nera davanti allo Yemen
di Lorenzo Vita
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Lunedì 4 Marzo 2024, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 14:36

Non solo il pericolo per la sicurezza delle navi e per la stabilità di una delle rotte più importanti del mondo, quella che unisce Oceano Indiano e Mar Mediterraneo. Ora nel Mar Rosso è scattato un altro allarme: quello ambientale. Da alcune settimane, le autorità dei Paesi rivieraschi avevano acceso i riflettori sul destino della MV Rubymar, cargo battente bandiera del Belize ma di proprietà britannica che era stato colpito da un missile Houthi mentre navigava al largo dello Yemen. L'attacco, in base alle analisi dei dati, era avvenuto a circa 20 miglia nautiche dal porto yemenita di Al-Mukha. A preoccupare era soprattutto il carico di quell'imbarcazione: 21mila tonnellate di solfato di fosfato di ammonio, usato come fertilizzante.

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MAREA NERA

Dal 18 febbraio, quella che i media avevano definito una vera e propria "marea nera" in grado di invadere il Mar Rosso aveva iniziato a destare la preoccupazione di chi temeva un enorme danno per l'ecosistema marittimo. Inquinamento che si aggiungeva a quello del carburante già sversato in mare dopo il raid Houthi. Il pericolo si sommava inoltre all'impossibilità di svolgere in sicurezza qualsiasi missione di recupero, rendendo così sempre più evidente il rischio che il carico fosse destinato a rimanere per sempre in quelle acque, mentre la nave andava alla deriva. L'incubo si è poi concretizzato nella notte del 2 marzo, quando il Comando centrale degli Stati Uniti, Centcom, ha comunicato che intorno alle 2,15, la nave portarinfuse era affondata dopo avere imbarcato acqua per tutti i giorni in cui è rimasta in balia del mare. Centcom ha ribadito che le 21mila tonnellate di fertilizzante «rappresentano un rischio ambientale nel Mar Rosso». E a preoccupare gli esperti sono poi le caratteristiche dello specchio d'acqua in cui è avvenuto l'episodio.

UNA LAGUNA GIGANTE

Sentito dal Guardian, Ian Ralby, fondatore della società di sicurezza marittima IR Consilium, ha posto l'accento sul modo in cui circolano le acque del Mar Rosso, spiegando che quel mare «funziona essenzialmente come una laguna gigante, con l'acqua che durante l'inverno si sposta verso nord, verso il canale di Suez in Egitto, e in estate verso il Golfo di Aden». Un moto circolare che presuppone che la marea nera fatta di carburante e tonnellate di fertilizzanti rimanga ferma lì in quello specchio d'acqua e senza riuscire a svolgere alcuna operazione di bonifica.

IL PRIMO MINISTRO

Proprio per questo motivo, Ahmed Awad bin Mubarak, primo ministro del governo yemenita, ha parlato di «un nuovo disastro per il nostro Paese e per il nostro popolo». E nella dichiarazione rilanciata attraverso i social, ha proseguito lanciando un monito contro gli Houthi: «Ogni giorno paghiamo per le avventure della milizia Houthi, che non si sono fermate nel far precipitare lo Yemen nel disastro del golpe e nella guerra». Il governo ha chiesto alla comunità internazionale di attivarsi per prevenire i danni all'ambiente, anche per tutelare i pescatori locali.

LA MINACCIA

Ma per Centcom, l'affondamento della Rubymar, prima nave sommersa dall'inizio dell'escalation scatenata dalla milizia sciita dello Yemen dopo il 7 ottobre 2023, presenta anche una minaccia per le altre navi che transitano su quelle rotte.
Elemento che però non sembra preoccupare gli Houthi, il cui viceministro degli Esteri, Hussein al-Ezzi, ha inviato un messaggio chiaro: «Continueranno ad affondare altre navi britanniche e ogni ulteriore ripercussione o danno si aggiungerà al conto della Gran Bretagna come Stato canaglia che attacca lo Yemen e si unisce all'America nella sponsorizzazione del crimine in corso contro i civili a Gaza».

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