Formia, la storia sommersa ancora da scoprire: al via nuove indagini

Allo studio una campagna archeologica subacquea promossa da Parco Riviera di Ulisse e Soprintendenza

Il porticciolo romano di Gianola
di Antonello Fronzuto
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Domenica 12 Maggio 2024, 10:20

C'è un mondo sommerso rimasto semisconosciuto persino agli archeologici si sono occupati delle antichità romane, presenti sul promontorio di Gianola, nel cuore del parco naturale regionale Riviera d'Ulisse.

Se i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno deturpato i tre livelli superiori della villa romana, la mano dell'uomo, l'erosione marina e l'innalzamento delle acque di oltre un metro hanno occultato un quarto livello di edificazione. Fino al 2013, quando Michele Stefanile coordinò, sotto la direzione scientifica di Fabrizio Pesando, il lavoro di giovani ricercatori dell'università “L'orientale” di Napoli.

Gli straordinari risultati, rimasti a lungo chiusi nel cassetto, sono stati ora rivalutati dall'archeologo subacqueo, attraverso una pubblicazione, e dal commissario del parco Riviera d'Ulisse Massimo Giovanchelli che sta promuovendo, presso la soprintendenza, una nuova campagna di approfondimento, condivisa anche dalla direttrice dei musei archeologici nazionali di Sperlonga e Formia Cristiana Ruggini.

Sotto le opere murarie e l'invasività dei dragaggi compiuti negli anni Trenta, quando la struttura antistante la spiaggetta fu adibita ad attracco, si nascondono infatti i resti di un complesso dedicato all'acquacoltura di grandi dimensioni, secondo nel Lazio solo a quello di Torre Astura e nettamente superiore a quello di Sperlonga.

«Abbiamo ancora conservati i cursori dove scorrevano le divisioni tra queste gabbie – ha detto Giovanchelli - In alcuni casi la peschiera è ancora intatta, in altri è stato costruito sopra il porticciolo.

Ma la cosa sorprendente è anche il gioco delle acque dolci che era una rarità presente solo in poche peschiere. Questo, grazie alle sorgenti, permetteva anche di fare un allevamento, mentre da altre parti era possibile solo fare la pesca».

Altro esempio di unicità è la piscina “a sfioro” sul golfo di Gaeta, probabilmente riscaldata, dato che sono state trovate tracce di fuochi.

«Questi studi subacquei – ha aggiunto il commissario – chiudono un cerchio rispetto alla zona archeologica di Gianola, soprattutto perché il professor Stefanile è una garanzia di serietà e preparazione e la lectio magistralis di oggi e la qualità del pubblico degli ascoltatori lo dimostra. Ho preso contatti con la Soprintendenza per verificare la fattibilità di nuove indagini ed è emerso il problema della conservazione. Spero che in questo senso ci dia la mano la Regione».

Giovanchelli ha dato appuntamento al 25 maggio alle 17, quando riaprirà per una giornata, grazie alla sensibilità dei proprietari, il sentiero del Crinale che collega l'infopoint di Gianola con la torre quadrata di Scauri.

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