Elly snobba Fano nel suo tour marchigiano: è già data per persa?

Il tour dribbla la terza città marchigiana, da 10 anni in mano alla sinistra

Elly snobba Fano nel suo tour marchigiano: è già data per persa?
di Martina Marinangeli
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Sabato 11 Maggio 2024, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 09:47

«Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?», si chiedeva Nanni Moretti in Ecce Bombo. Di sicuro, decidendo di non venire per niente a Fano, la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein si è fatta notare parecchio a quella latitudine. Il suo primo tour elettorale nelle Marche in vista delle Amministrative (ed Europee) di giugno ha toccato ieri Osimo, Pesaro e Urbino. Ora, posto che era già nella provincia del Nord, allungarsi fino a Fano non sarebbe stato uno sforzo sovrumano: da Pesaro ci vogliono 15 minuti in auto.

«È una scelta del Nazareno, i tempi erano stretti. Ma Elly tornerà nelle Marche e toccherà altre città al voto», si affrettano a dire i dem di casa nostra. Intanto Cristian Fanesi, candidato sindaco di Fano in quota Pd, ieri è stato costretto a fare l’esule in terra straniera: sul palco allestito a Pesaro non ha detto una parola ed è a malapena riuscito a ritagliarsi pochi secondi per parlare con la segretaria.

Questione di scelte

È sempre una questione di scelte. Ma anche di opportunità. Se rafforzare ulteriormente Andrea Biancani nella sua corsa (in discesa) per la fascia tricolore di Pesaro e dare una spinta a quella più in salita di Federico Scaramucci a Urbino sono scelte di buon senso, lo è meno quella di non marcare il territorio in una città fortemente in bilico. In questa tornata elettorale, sono principalmente due i feudi del centrosinistra considerati contendibili: Fano e Osimo.

Perdere questi Comuni dopo 10 anni sarebbe un colpo terribile per il Pd. E infatti la prima tappa di Schlein ieri è stata a fianco di Michela Glorio, che tenta la staffetta con Simone Pugnaloni alla testa del campo largo.

Osimo è infatti riuscita nell’impresa di unire centrosinistra e Movimento 5 Stelle - mentre il centrodestra arriva alle urne a pezzi - e la presenza di Schlein è un valore aggiunto. Ma questo valore aggiunto avrebbe avuto ben altro peso a Fano, dove invece, per decisioni masochiste e poco comprensibili ai non adepti del Pd cittadino, il campo progressista è andato in frantumi. Il dem Cristian Fanesi guida una coalizione mini che si scontra, oltre che con Luca Serfilippi e la corazzata compatta del centrodestra, con Stefano Marchegiani e un alleanza che va dal M5S ai Verdi, dal Psi ad Azione.

Posto anche che Fanesi ha vinto le primarie interne per il rotto della cuffia, la presenza di Schlein a Fano gli avrebbe garantito un’investitura quantomeno appannata. C’è poi un fattore più pragmatico, quello degli abitanti: Osimo ne fa poco meno di 35mila, Urbino meno di 14mila e Fano 60mila. Se è comprensibile la ragione per cui Ascoli sia rimasta fuori dal primo giro della segretaria nelle Marche (a parte la distanza logistica, qui la vittoria del centrodestra di Fioravanti è data per scontata), l’assenza da Fano è un nonsense. Una domanda sorge spontanea: il Nazareno sta già dando la città per persa?

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