Attacco contro Don Patriciello: Meloni e il governo contro De Luca

Nella combo, don Maurizio Patriciello (s) e Vincenzo De Luca. ANSA/ CESARE ABBATE/CIRO FUSCO
di Mario Ajello
4 Minuti di Lettura
Domenica 12 Maggio 2024, 06:40

Vincenzo De Luca, il «governatorissimo» (come lo chiamano gli amici) della Campania, ha deciso da tempo di fare il vero antagonista di Giorgia Meloni, anche perché considera Elly Schlein inadatta al ruolo e infatti non fa che sminuirla e attaccarla. De Luca attacca anche Meloni e tutti quelli che considera seguaci o «ascari» del capo dl governo. È il caso di don Patriciello. Il quale si sente «pugnalato a tradimento», dal presidente dem della Campania, che ieri gli è saltato al collo così: «Mi sembra Pippo Baudo dell’area Nord di Napoli, dotato anche di frangetta».

Il parroco di Caivano, noto per le sue battaglie in difesa del Parco verde e in ottimi rapporti con l’amica Giorgia, replica su Facebook al governatore: «Ora bulli e camorristi mi prenderanno in giro, gridandomi alle spalle: Pippo Baudo!».

De Lucca se la prende con don Patriciello per colpire Meloni. E lei contrattacca: «Il presidente della Regione Campania deride don Maurizio Patriciello, cioè un prete, un uomo, che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo». Bordata molto forte. Proprio quella che De Luca si aspettava di ricevere. Perché ha tutto l’interesse il governatore dem di fare l’anti-Giorgia. Per esempio sul premierato (anche se a lui lo chiamano il «super-presidente» oltre che «lo sceriffo») e sulla legge dell’autonomia differenziata che «uccide il Sud» secondo l’ex sindaco di Salerno.

Meloni non accetta proprio l’affondo deluchiano contro don Patriciello. Con queste offese a una figura specchiata e molto operativa contro il malaffare, dice il capo del governo, De Luca «dà un segnale spaventoso. Voglio dire a padre Maurizio che lo Stato c'è, ed è al suo fianco. Non è solo in una terra come quella campana in cui lui fa del bene, che è difficilissima. Voglio anche dire che Patriciello fa parte di quel largo gruppo di uomini e di donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici». Parole demolitorie verso De Luca. Il quale attacca Giorgia su tutto. «Apprendo con animo turbato e contrito che l'onorevole Meloni - così dice De Luca - ha trovato spaventosa, questo il suo aggettivo, una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l'ha caratterizzata.

Sono grato e commosso per l'attenzione. Ma sono spaventato del suo spavento. Mi aspetterei che il Presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali».

E Patriciello? Ricorda di essere stato vittima di minacce e di vivere sotto scorta. «Penso, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione», questo il suo mood. «Alle offese e alle minacce, larvate o meno, ci sono abituato da tempo», aggiunge il sacerdote: «Non a caso, da due anni vivo sotto scorta».

LA SPIGA
E ancora, rivolto a De Luca: «Un conto è quando le accuse arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei, caro Presidente. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione. Sono un prete, non dimentico mai che se il chicco di grano caduto in terra non muore, la spiga non nasce». È amara la conclusione del prete di Caivano: «La saluto, Presidente. Penso che da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: sta passando Pippo Baudo. Dio benedica lei, la sua famiglia, la regione che amiamo».

La destra meloniana è «sconcertata». E «sconcertato» è il ministro, meloniano e campano, Gennaro Sangiuliano. «De Luca - dice - dovrebbe riflettere sulle sue parole. Don Patriciello è una persona che ha speso la sua vita per i giovani, per la socialità, per strappare tante persone al degrado e per combattere la camorra. Non si fa dell'ironia così becera su chi si impegna su questo fronte». Dal Pd nessuno prova a difendere il governatore. Anzi il dem Walter Verini, vicepresidente dell’Antimafia, si schiera con Patriciello: «La battuta di De Luca non mi è piaciuta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA