Roma, Lukaku a caccia dell’ultimo exploit: contro l’Atalanta vuole lasciare il segno prima dei saluti

I tifosi lo criticano perché non decisivo nelle partite chiave: De Rossi crede in lui ma il club non può riscattarlo dal Chelsea

FOTO DI SINGOLI DELLA ROMA
di Alessandro Angeloni
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Sabato 11 Maggio 2024, 07:00

La Roma non riscatterà Romelu Lukaku, questo lo sa anche Daniele De Rossi che, qualche giorno fa, aveva ammesso «le difficoltà» del club nel trattenere il centravanti belga. Le difficoltà sono economiche e di questo è a conoscenza DDR e lo stesso calciatore, che costa tanto (intorno ai quaranta milioni di euro da versare al Chelsea), guadagna uno sproposito (circa otto) e in più, chi lo acquista non potrà più usufruire del decreto crescita, che abbatteva i costi - sul lordo - del cinquanta per cento. Ma Lukaku oggi è al centro del dibattito non tanto per ciò che sarà, ma per quel che è stato, che cosa abbia significato per la Roma in questa intensa annata. C’è chi lo considera imprescindibile, gli allenatori in primis, e chi un peso. Ha segnato poco, non è stato quasi mai decisivo nelle partite che contano, come quella dell’altra sera a Leverkusen, questi i capi d’imputazione. Vediamo. Partiamo dall’altra sera, BayArena, zero reti e una partita di sacrificio, con qualche errore tecnico. Si è battuto, ha fatto ammonire Tah, ha dato una mano in difesa, ma il colpo del ko non c’è stato. Partita insufficiente se parliamo di lui in quanto bomber, sufficiente se lo inquadriamo come uomo squadra, uomo reparto.

Ma da Romelu ci si aspetta altro.

Intanto i gol per andare in Champions, che dovranno arrivare nelle prossime tre partite, specie da quella di domani a Bergamo contro l’Atalanta, a cui ne ha segnati in questi anni. Negli scontri diretti, il belga ha fatto vedere di che pasta è fatto in tre occasioni, con Fiorentina, Napoli e Juventus. E parliamo di campionato, invece in Europa ha chiuso con sette reti, cinque nella non certo problematica fase a gironi, due nelle eliminatorie, con Feyenoord e Brighton. Totale, venti gol (con dentro uno in Coppa Italia), che se si spalmano sulle 45 partite giocate (tantissime), per i più non sono molti. Forse ha ragione chi sostiene che si poteva fare di più, perché ha in testa i suoi 300 gol in carriera (esclusi quelli segnati nel Belgio). Ma Romelu, questo “di più”, negli ultimi anni, non lo ha fatto vedere spesso, per vari motivi: inquietudine, cambi continui di squadre, infortuni. Il top che abbiamo ammirato risale alla stagione dell’Inter, con Antonio Conte alla guida: 44 partite e 30 reti, di cui 24 in campionato, 4 in Champions e due in Coppa Italia. Un exploit clamoroso, non ripetuto né qui né in Premier dove era tornato proprio alla fine di quella stagione con Conte. Al Chelsea aveva giocato 44 partite, distribuite su cinque competizioni, segnando appena 15 reti. Per poi tornare al punto di ripartenza, ovvero l’Inter, dove ha trovato Simone Inzaghi. I gol, nella stagione 2022-2023 sono stati 14, le partite giocate 37: problemi muscolari gli hanno fatto saltare dodici partite di campionato e cinque di Champions.

IN GIALLOROSSO

Lukaku ora ha tre gare a disposizione, la Roma, e De Rossi, gli chiedono l’ultimo regalo, quello che si ricorderà. La squadra giallorossa non vince in campionato dalla partita di Udine e ci sono voluti due round per quei tre punti, nel primo Romelu aveva anche segnato la rete del pareggio (vittoria completata nel recupero del 25 aprile con il gol di Cristante sul gong). Domani c’è una vera e propria finale, che la Roma è chiamata a vincere per non buttare via tutti i sacrifici fatti in questi ultimi mesi. Lukaku con l’Atalanta sarà al centro dell’attacco, anche se a breve dovrà salutare. Mou non lo toglieva mai dal campo, De Rossi fa la stessa cosa. Forse, loro, che di mestiere fanno gli allenatori, magari vedono cose che un semplice tifoso non vede.

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