Eurovision 2024, exploit amaro per Israele: televoto da podio e stangata della giuria

Con il 36 per cento di share, è l’edizione più vista all’estero. Attacchi a Nemo, il vincitore svizzero di genere non binario

Nemo Mettler, 24 anni, vincitore dell'Eurovision 2024
di Mattia Marzi
4 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Maggio 2024, 07:00

Una cosa è certa. L’edizione che si è conclusa nella notte tra sabato e domenica, con la finale che ha visto la vittoria dello svizzero Nemo e la sua The Code segnerà un punto di non ritorno nella storia dell’Eurovision Song Contest. Intanto, però, è stato boom di ascolti: in Italia la finale è stata seguita su Rai1 da 5,3 milioni di spettatori, pari al 36% di share (miglior risultato per un’edizione all’estero: il picco di ascolti, 6,6 milioni di spettatori, durante il passaggio di Angelina Mango). Ma se fino ad oggi gli organizzatori si erano sforzati in tutti i modi di fare della kermesse una semplice gara di canzoni, sbarrando le porte dell’Eurovision alla storia con la “s” maiuscola e ripetendo a mo’ di mantra che «questo è un evento non politico», da adesso in poi la musica cambierà.

Eurovision 2024, lo sfogo della cantante irlandese Bambie Thug: «L'edizione più orribile di sempre»

I MESSAGGI

È proprio il vincitore a sottolinearlo, al termine di una settimana complicatissima, con le polemiche legate alla presenza in gara dell’israeliana Eden Golan e le proteste pro Palestina sia fuori dalla Malmö Arena che sul palco - in finale hanno lanciato velati messaggi pacifisti l’irlandese Bambie Thug, il francese Slimane e la portoghese Iolanda, mentre l’abito nero di Angelina Mango, accostato al tricolore italiano, pareva comporre i colori della bandiera palestinese - che hanno finito per monopolizzare l’interesse mediatico. «L’Eurovision ha bisogno di un po’ di aggiustamenti. Credo che ci sia ancora molto da fare». Con le rigidissime regole della manifestazione ha dovuto fare i conti anche l’artista svizzero, 24 anni, da Bienna, prima persona di genere non binario - ovvero che non si riconosce nella tradizionale distinzione uomo-donna - a vincere la rassegna, che all’inizio della finale ha sventolato sul palco la bandiera “non binary”: «Ho dovuto farla entrare di nascosto perché l’Eurovision aveva detto di no», ha tuonato. 
Angelina Mango ha dovuto accontentarsi del settimo posto con La noia.

A penalizzarla non è stato solo il televoto (ha preso 104 punti, settima per numero di preferenze), ma anche le giurie nazionali: nessuna le ha dato i 12 punti, il massimo dei voti. 

 

L’ERRORE

L’incidente di giovedì, quando la Rai per errore ha svelato i risultati del televoto italiano della seconda semifinale (in testa c’era l’israeliana Eden Golan), dato da tenere segretissimo fino a dopo la finale pena il rischio di condizionare le votazioni, ha creato qualche malumore nelle delegazioni di altri paesi? Dopo l’incidente diplomatico Angelina si è chiusa a riccio: «Andiamo a casa», si è limitato a far sapere il suo entourage ieri. «Ci ha regalato una performance straordinaria», ha voluto farle sapere il direttore intrattenimento Prime Time Rai Marcello Ciannamea. Che commentando il boom degli ascolti ha detto: «Il risultato dimostra ancora di più la centralità che la musica riveste per la Rai». E la presidente Marinella Soldi: «In un contesto internazionale complicato Eurovision si è confermata un’occasione per unire popoli e generazioni in nome della musica, dell’amicizia e dell’inclusività». Non era dello stesso parere Roberto Vannacci, il generale sospeso dall’Esercito e ora candidato con la Lega alle Europee: «Il mondo al contrario è sempre più nauseante. La dittatura del pensiero unico colpisce ancora all’Eurovision». E lo stesso Salvini ha detto: «Il vincitore si ritiene non binario, da quanto ho capito bisogna dire che “ha vinto loro”, è una moltitudine».

I RECORD

Tra i 5,3 milioni di spettatori che su Rai1 hanno assistito alla finale, con il commento di Gabriele Corsi e Mara Maionchi, c’era anche Amedeo Minghi, che su Instagram ha voluto condividere con i suoi follower la sua: «Ha vinto uno con la gonna. La Rai non dovrebbe trasmettere queste nefandezze». C’è un record che riguarda l’israeliana Eden Golan: i 271 punti di differenza tra il voto del pubblico (che le ha assegnato 323 voti - la cantante era seconda, dietro al croato Baby Lasagna) e quello delle giurie nazionali (dalle quali ha ricevuto solo 52 punti) rappresentano la forbice più ampia tra le due giurie da quando, nel 2016, è cambiato il meccanismo di voto. «Hai ricevuto quasi il massimo dei voti dal pubblico: è la cosa più importante», le ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Lei, tornata in patria, ha detto di «essere stata la voce di tutti quelli che devono essere riportati a casa». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA