Raisi, i misteri dell’elicottero: «Non è stato un sabotaggio». Il regime ripete: la causa è un guasto tecnico

Prudenza per evitare nuove tensioni con Israele

Raisi, i misteri dell’elicottero: «Non è stato un sabotaggio». Il regime ripete: la causa è un guasto tecnico
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 20 Maggio 2024, 23:42 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 11:11

Raisi è morto: l’annuncio è arrivato ieri mattina, dopo che i soccorritori hanno ritrovato sul lato di una montagna, a 2.200 metri di quota, il relitto del Bell 212. Se anche sarà confermato che lo schianto dell’elicottero in cui hanno perso la vita il presidente e il ministro degli Esteri iraniani è stato causato dalle terribili condizioni atmosferiche e dalla pessima manutenzione del mezzo frutto dell’embargo americano di quasi 50 anni, ogni parola che uscirà da Teheran andrà comunque soppesata, perché potrà causare l’esplosione delle tensioni già altissime con Israele.

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Fino ad oggi i media ufficiali sono stati molto diretti: l’elicottero Bell 212, prodotto in Usa e importato quando ancora governava lo Scià, è precipitato sui monti nel Nord-Ovest dell’Iran. L’agenzia di stampa di Stato, Irna, parla di «guasto tecnico»; il Dipartimento di Stato Usa sostiene che Teheran ha chiesto «assistenza per l’incidente». Guasto tecnico, ma anche nebbia e pioggia: lo mostrano anche le immagini dei soccorritori che operano in un’area impervia con scarsissima visibilità, prima di individuare il relitto a 2.200 metri di altezza, con una parte del mezzo andato a fuoco e alcuni degli undici cadaveri carbonizzati. Teheran non tira in ballo fattori esterni e allo stesso modo i funzionari di Tel Aviv ribadiscono, anche in forma privata, ai media locali che Israele non c’entra, che non c’è stato alcun sabotaggio. Come notava ieri un’analisi della Bbc, basterebbe una parola sbagliata, un dettaglio che fa ventilare un coinvolgimento israeliano, per alzare nuovamente la tensione nella regione. Il 17 aprile, quando l’Iran ha risposto con centinaia di missili e droni verso Israele all’attacco subito al consolato iraniano di Damasco, si è temuto che si andasse verso l’escalation. Poi, il peggio è stato evitato, è stato raggiunto un delicatissimo equilibrio anche grazie a negoziati indiretti tra Usa e Iran in Oman, seguiti proprio da Ali Bagheri Kani, che era vice ministro degli Esteri e che ha preso il posto di Hossein Amir-Abdollahian, il ministro morto nell’incidente. A Teheran, mentre una parte della popolazione festeggia per la morte di Raisi, soprannominato “il Macellaio”, protagonista nei diversi ruoli ricoperti negli anni della repressione del dissenso e delle manifestazioni per la libertà, e un’altra, fedele al regime, pregava, si palesava anche una possibile pista interna.

SOSPETTI

Sia chiaro: come molti esperti di aeronautica ribadiscono, mettendo insieme le condizioni atmosferiche e la scarsa manutenzione degli elicotteri per mancanza di pezzi di ricambio, tutto fa pensare all’incidente.

Ma c’è anche chi ricorda che Raisi, presidente dal 2021, sembrava destinato a prendere posto della guida suprema di cui era un fedelissimo e zelante applicatore della linea del rigore e della repressione, Ali Khamenei, classe 1939, anziano e malato. Morto Raisi, il nome che riprende forza per la successione è quello di Mojtaba Khamenei, figlio di Ali Khamenei e funzionario dei servizi segreti. Il Bell 212 precipitato sulle montagne era uno dei tre elicotteri che stavano volando dal confine dell’Azerbaigian, dove era stato inaugurato un progetto di una diga insieme al presidente del paese vicino, verso Sud, verso Tabriz.

 

Perché due elicotteri, con altri membri del governo e della nomenclatura sono arrivati a destinazione, mentre a schiantarsi è stato proprio quello del presidente? La Turchia, con l’invio di un drone che ha individuato il relitto del Bell 212, ha collaborato alle ricerche e il ministro dei Trasporti, Abdulkadir Uralogu, ha spiegato: «Dall’elicottero non proveniva il segnale di localizzazione. Forse era spento, forse non ne era dotato». Uno dei passeggeri non è morto subito: Mohammad Ali Al-Hashem, imam di Tabriz, dopo lo schianto è sopravvissuto un’ora e ha provato, con un telefono, a mettersi in contatto con l’ufficio del presidente. Così almeno sostiene - nella ridda di notizie anche contraddittorie uscite in Iran da quando l’elicottero è scomparso - Mohammad Nami, capo dell’Agenzia iraniana per la gestione della crisi. Secondo l'agenzia di stampa Isna, Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore dell'esercito iraniano, ha ordinato un'indagine sulle cause dell'incidente dell'elicottero. Mohammad Mokhber, primo vicepresidente, assumerà le funzioni di Raisi: per il 28 giugno sono fissate le elezioni. I funerali di Raisi e delle altre vittime si svolgeranno oggi a Tabriz, ma sarà solo il primo di una serie di riti funebri che proseguirà fino a giovedì e arriverà anche a Teheran.

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