Roma, il tassista aggredito: «Io, vittima del clown armato, sembrava un film dell’orrore»

L’uomo, romano di 41 anni, è stato aggredito da una coppia di italiani poi rintracciata e arrestata dalla polizia

Roma, il tassista aggredito: «Io, vittima del clown armato, sembrava un film dell’orrore»
di Luisa Urbani
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Martedì 21 Maggio 2024, 23:59

«Ho avuto davvero molta paura, quell’uomo mascherato da clown non lo dimenticherò facilmente. Sembrava di stare in un film horror». Mario (lo chiameremo così) è ancora sconvolto per la rapina che ha subito la notte tra lunedì e martedì all’interno del suo taxi. L’uomo, romano di 41 anni, è stato aggredito da una coppia di italiani poi rintracciata e arrestata dalla polizia.

Roma, tassista rapinato da un uomo mascherato da clown: il video choc dell'aggressione

Mario, mi racconti cosa è successo.

«Ero in servizio come tutte le notti quando, intorno alle 3.30, ricevo una chiamata per andare a prendere un cliente. In pochi minuti arrivo in via Vacuna e vedo questa donna di circa 30 anni che era in difficoltà. Sembrava che avesse subito una aggressione, si toccava il fianco. Preoccupato per lei la faccio subito salire, ma un istante dopo si intrufola nel taxi un uomo con la maschera da clown e un coltello in mano».

Lei cosa ha fatto?

«Ho provato ad accelerare sperando che non riuscisse a sedersi, ma è stato inutile anche perché pure la donna ha estratto un’arma, una sorta di mannaia. Mi sono sentito ostaggio all’interno della mia macchina: è stata una sensazione bruttissima. Mi puntavano le armi contro e lui mi urlava “ferma l’auto e dacci i soldi”».

E lei gli ha dato quello che chiedevano?

«Assolutamente sì, gli ho consegnato il portafoglio dicendogli di stare tranquillo perché avrei fatto quello che voleva. Sono 18 anni che faccio il tassista e so bene che, in questi casi, è meglio non reagire perché sennò si rischia di rimetterci la pelle. Grazie all’esperienza sono riuscito a gestire la situazione nel migliore dei modi e quindi a salvarmi. Io ho una bimba di quattro anni e una moglie che mi aspettano a casa. Non vorrei mai che restassero sole per colpa del mio lavoro. Se non ho reagito è proprio perché ho pensato a loro. Infatti dei soldi persi non mi interessa nulla, per me l’importante è essere tornato sano e salvo a casa e aver rivisto la mia bimba».

Quanto le hanno rubato?

«Poco più di 50 euro. Infatti l’uomo appena ha aperto il portafoglio si è anche alterato perché pensava di trovare molto di più, ma io la notte evito di avere molti contanti con me proprio per una questione di sicurezza. Quei pochi soldi che ho sono solo per consegnare il resto ai clienti. Meglio averne pochi perché purtroppo le aggressioni sono frequenti. Certo, non sempre così violente ma ci sono. E spesso».

Quindi non è la prima aggressione che subisce

«È la prima da parte di due persone armate, ma sicuramente è già successo altre volte che io sia stato minacciato da clienti che non volevano pagare o che pur di non darmi il dovuto sono fuggiti via. Sono cose che capitano spesso ai tassisti, specialmente la notte».

Reputa di fare un lavoro pericoloso?

«Abbastanza. Noi tassisti siamo costantemente vittime di episodi del genere. Le persone spesso ci offendono e ci attaccano parlando male della nostra categoria, ma non si rendono conto di quello che viviamo ogni giorno. Molti di noi sono padri di famiglia che rischiano di non riabbracciare i propri figli per cercare di guadagnarsi da vivere».

Una volta che i due aggressori hanno preso i soldi cosa è successo?

«Io ho preso il mio cellulare e sono sceso dal taxi. L’uomo ha provato a fermarmi e per poco non mi colpiva. Poi sono scesi anche loro due e hanno iniziato a correre. Io nel frattempo ho visto che l’auto continuava ad andare allora sono salito al volo e l’ho fermata. Una volta a bordo ho immediatamente chiamato il 112 chiedendo cosa dovessi fare e ho avvertito la centrale operativa del 3570, la cooperativa con la quale lavoro».

Cosa le hanno detto di fare le forze dell’ordine?

«Mi hanno detto di restare lì perché in pochi minuti sarebbero arrivati. E così è stato. Debbo dire che hanno fatto un ottimo lavoro. Hanno raccolto la mia testimonianza, hanno acquisito le immagini della telecamera che ho all’interno del taxi e subito si sono attivati per cercare queste due persone che infatti hanno trovato e arrestato in poco tempo».

Come mai ha una telecamera all’interno del taxi? Immagino sempre per una questione di sicurezza

«Esattamente.

Ne ho una che riprende l’interno dell’abitacolo proprio per episodi di violenza come quello che ho vissuto. Ma ne ho anche una esterna per tutti gli incidenti che rischiamo di fare ogni giorno. Spesso siamo anche vittime dei furbetti che provano a simulare incidenti e solo con le telecamere riesci a tutelarti. Come dicevo il nostro è davvero un lavoro impegnativo per molti aspetti.Questa volta, per fortuna, è andata a finire bene».

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