Il Papa: anticoncezionali come armi, contro la vita

«Nelle case non mancano i cani, ma i bimbi: questo deve far riflettere»

Pope Francis with a child as he attends the General States of Birth in Rome, Italy, 10 May 2024. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
di Franca Giansoldati
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Sabato 11 Maggio 2024, 06:50

Se il numero delle nascite è l'indicatore della speranza di un popolo, allora gli italiani hanno ben poca fiducia nell'avvenire. Per certi versi è come essere in guerra. E forse è anche per questo che il parallelo azzardato tra i contraccettivi e gli armamenti gli viene spontaneo. «I primi distruggono la vita, gli altri impediscono la vita». Papa Francesco sale sullo stesso palco in cui, il giorno prima, un drappello di rumorosi manifestanti aveva impedito alla ministra pro-life Eugenia Roccella di terminare il discorso preparato per gli Stati Generali sulla Natalità.

Francesco si presenta in carrozzina, prende posto sullo scranno dando una occhiata alla prima fila, sincerandosi che non ci fosse nessun politico. Accanto a lui c’è Gigi De Palo, il presidente della fondazione che da quattro anni dà vita a una kermesse controcorrente, nata per pungolare i governi di qualsiasi colore. Del resto servirebbero strumenti efficaci e non solo bei proclami per invertire la rotta suicida delle culle vuote. Con grande garbo Bergoglio mette subito in evidenza di quanto l'Italia abbia bisogno di credere nella vita.

LA CRISI
Snocciola dati e fa esempi, strappa applausi specie quando viene interrotto dalla mascotte della mattinata, una bellissima bambina di pochi anni con la sindrome di Down che gli sorride magnetica. «Senza bambini un Paese perde il suo desiderio di futuro. In Italia, ad esempio, l’età media è attualmente di quarantasette anni e si continuano a segnare nuovi record negativi».

Pochi minuti prima De Palo annunciando la guest star della kermesse si era fatto interprete di un disperato appello bipartisan al mondo politico ad uscire dalla solita «dialettica destra-sinistra che ci sta distruggendo con categorie logore poiché sulla natalità bisogna fare squadra mentre le polemiche sono solo un grande alibi e ci allontanano gli uni dagli altri».

Naturalmente Francesco annuisce. Sa bene che i giovani evitano i figli per diverse ragioni. C’è la paura del futuro, la percezione di inadeguatezza, il lavoro precario. Senza contare che le ragazze sono costrette a lasciare il lavoro dopo il primo figlio, impossibilitate a scegliere tra la legittima aspirazione alla maternità e la professione. «C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché vengano messi nelle condizioni di realizzare i propri sogni.

Si tratta di attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia. Ad esempio, porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa».

Anche stavolta, come ormai fa da diverso tempo, Bergoglio rampogna chi tende a rifugiarsi in una comoda dimensione egoistica e poco aperta alla vita, preferendo soluzioni meno impegnative. «L’egoismo rende sordi alla voce di Dio, che ama per primo e insegna ad amare, e alla voce dei fratelli che ci stanno accanto; anestetizza il cuore, fa vivere di cose, senza più capire per cosa; induce ad avere tanti beni, senza più saper fare il bene. E le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. Non mancano i cagnolini, i gatti…, questi non mancano. Mancano i figli». Strappa tanti applausi dal popolo pro life, e ancora di più quando fa il parallelo tra i contraccettivi e gli armamenti. «I primi distruggono la vita, gli altri impediscono la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito. Che futuro ci attende? È brutto». In questo quadro di crudo realismo la visione proposta resta di non rassegnarsi nè di fare in modo che la rassegnazione diventi un alibi per restare inerti, non fare nulla. Insiste poi sul concetto della lungimiranza, seminare oggi per raccogliere domani.

RESISTENZA

Sul palco azzurro sormontato da una scritta: «Esserci, più giovani e più futuro» c'è un coro di ragazzi che prima di lasciarlo andare via iniziano ad intonare il tormentone di Mr Rain, «Camminerò a un passo da te, e se avrai paura allora stringimi le mani perché siamo invincibili vicini». Bergoglio risale sulla sua sedia a rotelle. Un ultimo sguardo e un sorriso. «So che per molti di voi il futuro può apparire inquietante, e che tra denatalità, guerre, pandemie e mutamenti climatici non è facile mantenere viva la speranza. Ma non arrendetevi, abbiate fiducia, perché il domani non è qualcosa di ineluttabile: lo costruiamo insieme, e in questo insieme prima di tutto troviamo il Signore. Non rassegniamoci a un copione già scritto da altri».

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