Taxi a Roma, niente Pos e tariffe gonfiate: tutti i trucchi dei “furbetti” che prendono di mira i turisti. Quel prezzo maggiorato per i bagagli

Anche 25 euro da stazione Termini a piazza di Spagna

Taxi a Roma, niente Pos e tariffe gonfiate: tutti i trucchi dei “furbetti” che prendono di mira soprattutto i turisti
di Luisa Urbani
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Maggio 2024, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 07:47

Pagamento solo in contanti, tassametro spento e tariffa concordata prima di partire. Ma, dopo il viaggio, al momento di scendere la cifra rischia di aumentare ancor di più. «Venticinque euro si intende a persona, non per la tratta Termini - piazza di Spagna», si giustifica il tassista dopo aver portato quattro ragazze straniere che dalla stazione dovevano andare in Centro. Un cifra che va ben oltre il tariffario dato che per quel percorso si spendono in media dai 9 ai 12 euro circa.

Taxi, muro sulle licenze: «Pronti a fare ricorso». Il 21 maggio sarà sciopero

Un caso non isolato perché a Roma il problema dei tassisti furbetti va avanti da tempo ai danni non solo dei turisti, ma anche di chi quel lavoro lo fa onestamente e della città perché se molti turisti, dopo essere stati raggirati lasciano perdere, altrettanti denunciano le truffe sui social mettendo in cattiva luce la Capitale.

LA TECNICA

Episodi di raggiri e tentati raggiri messi in atto sempre con la stessa tecnica. I truffatori evitano di mettersi in fila insieme ai tassisti regolari, ma restano comunque molto vicini alla coda delle auto bianche. Alla stazione Termini i furbetti sostano in via Giolitti, all'altezza dei civici 34 e 36, dove si fermano i bus turistici. Restano lì finché non trovano la loro preda. I prediletti sono gli stranieri perché gli italiani conoscono un po' di più le tariffe, lo straniero, invece, no. Succede in via Giolitti, come anche in via Marsala dove una residente è stata lasciata a piedi perché l’autista dell’auto bianca ha preferito caricare cinque giapponesi in vacanza. I truffatori sono tanto abili a confondersi con i lavoratori onesti, quando bravi a rubare soldi ai viaggiatori. Se non adottano la scusa della «cifra a persona», si inventano il prezzo maggiorato per i bagagli, che in realtà esiste ma non a quelle somme.

Per non parlare poi dei viaggi con tariffe non concordate: lì i furbi si sbizzarriscono e chiedono il doppio, se non il triplo, di quanto previsto nel tariffario.

LE ZONE

Oltre a Termini, e agli aeroporti di Ciampino e Fiumicino, la zone preferite sono quelle del Centro perché è lì che si concentra la maggior parte dei turisti. Le auto bianche dei furbetti sostano specialmente in piazza San Pantaleo, a due passi sia da piazza Navona che da Campo de’ Fiori, e in prossimità del Colosseo, lungo la curva di via Celio Vibenna. Poi c’è il Vaticano, lì gli scaltri tassisti hanno ampia scelta. Stazionano davanti ai Musei - in modo da prendere i visitatori che, stanchi dopo una lunga visita, preferiscono spostarsi in auto - e sulle vie limitrofe a via della Conciliazione, come via Traspontina e via Scossacavalli. Da queste due ultime vie, per andare alla Stazione Termini, il viaggio con un furbetto costa sempre intorno ai 25-30 euro, quando la cifra media è 10-15 euro. Il centro storico e le tratte brevi sono senza dubbio le predilette perché sono quelle dove si può guadagnare più facilmente nel minor tempo possibile. Alcuni però preferiscono spostarsi dalle zone “più classiche” per dirigersi all’outlet di Castel Romano, altra tappa molto amata dagli stranieri che vengono in vacanza nella Capitale. Per raggiungere l’outlet o tornare in Centro dopo una giornata di shopping si spendono circa 50 euro se si viaggia con una persona onesta. Se, invece, ci si imbatte in uno dei truffatori la spesa può arrivare anche a 150 euro.

L’”ANONIMATO”

Il tassametro per loro non esiste, come nemmeno i pagamenti elettronici e le fatture. Qualsiasi cosa possa rendere più facile la loro identificazione la evitano, inclusa l'adesione alle diverse cooperative che operano nella Capitale. E se qualcuno, innervosito per l'amara sorpresa di una cifra troppo alta, chiede la fattura gliene consegnano una con su scritto un numero di licenza errato. Difficilmente il turista si preoccupa di verificare che il numero sia corretto. E anche volendo molto spesso non è semplice perché uno dei tanti trucchetti per non farsi prendere è quello di coprire parzialmente il numero di licenza esposto sul mezzo. Così, se qualcuno dovesse fotografarli per vendicarli, loro sono protetti e possono continuare - indisturbati - a truffare altri poveri turisti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA