Lo scempio di piazzale Partigiani

Lo scempio di piazzale Partigiani
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Lunedì 15 Dicembre 2014, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 10:38
Dopo qualche mese di tregua ecco di nuovo cosa accade il sabato e la domenica; un’invasione senza freni, senza controllo in spregio di ogni principio di legalità (in linea con quanto accade a Roma). Approfittando del “richiamo” costituito dalla presenza dei corrieri ucraini (ancora mi domando come sia possibile permettere in un parcheggio pubblico di scambio attività commerciali … l’ho chiesto anche agli uffici del Comune, non mi hanno risposto!) centinaia di rom e venditori abusivi invadono gli spazi pubblici per ricoprirli di ciarpame di ogni tipo.



Le aiuole hanno una doppia funzione: spazio per deporre la “merce” e luogo dove espletare i bisogni fisiologici. Resta da capire come una persona dotata di normale diligenza possa acquistare tali oggetti… Le autorità intervengono con colpevole ritardo (mi domando se anche in questo caso, visti i tempi, non ci troviamo in presenza di qualche colpevole connivenza!) senza neppure procedere al sequestro della merce, eppure sarebbe sufficiente presidiare sin dal mattino l’area in modo da dissuadere sul nascere il fenomeno, ad esempio spostando di qualche centinaio di metri il posto fisso “strade sicure” che attualmente è posizionato davanti all’ingresso della Stazione Ostiense; in certi frangenti occorre un po’ di flessibilità. E pensare che la piazza fa parte del progetto di riqualificazione del Comune di Roma “cento Piazze” ; forse sarà una delle iniziative messe in programma per rendere più fruibile la piazza stessa.



Per noi residenti il fine settimana è diventato un incubo, dobbiamo assistere ad uno scempio quasi impotenti; quando la mattina chiamiamo le Autorità inizia il balletto delle competenze, ma non era stato creato un coordinamento tra le varie forze di polizia per combattere l’abusivismo commerciale? Anche se nel nostro caso, in considerazione della numerosità degli abusivi e rom siamo in presenza di problemi di ordine pubblico.



Michele Puccini
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