Susan Sarandon 25 anni dopo “Thelma e Louise”:
«Il femminismo? Sempre di moda»

Susan Sarandon 25 anni dopo “Thelma e Louise”: «Il femminismo? Sempre di moda»
di Gloria Satta
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Sabato 4 Luglio 2015, 23:14 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 16:13
A ottobre ne compirà 69, ma fino a pochi mesi fa usciva con un 38enne: per Susan Sarandon, attrice di culto dal sex appeal prepotente e simbolo di tutte le donne intelligenti, la parola toy boy è un semplice slogan giornalistico. «Ho sempre vissuto come mi sentivo», spiega. La sua luminosa carriera nel cinema d’autore vanta titoli evergreen come Thelma & Louise, film femminista ante litteram girato 25 anni fa, e un Oscar per Dead Man Walking. La sua vita personale annovera tante battaglie per i diritti civili, condotte da sola e in coppia con l’ex marito Tim Robbins.

Susan ha l’Italia nel sangue: «Mia madre è originaria di Ragusa», racconta. Ma è Roma ad aver lasciato una traccia profonda nella sua vita: come confessò lei stessa, sulla scalinata di Piazza di Spagna, in una notte di passione del 1984, concepì con l’allora fidanzato italiano Franco Amurri sua figlia Eva. All’indomani della vacanza che ha trascorso con due amiche a Pantelleria, e prima che torni in America sul set del film The Meddler, ascoltiamola.

Perché, secondo lei, Thelma & Louise è sempre un film di culto?

«Perché rappresenta un invito a inseguire un sogno, a essere quello si desidera. Ci vuole coraggio per dimostrare quello che siamo veramente».

Con quali criteri oggi sceglie un ruolo?

«Mi sento portata verso le sfide che, a prima vista, mi spaventano. Cerco sempre personaggi diversi ma non mi sono mai sentita un modello, o un’attrice impegnata».

E’ felice della sua carriera?

«Sì, sono orgogliosa di aver sempre interpretato film che avevano qualcosa da trasmettere. E sul set mi diverto molto di più a fare la cattiva».

Voterà per Hillary Clinton alle presidenziali?

«Non è il sesso che deve determinare l’elezione del nuovo presidente. Vorrei qualcuno che non fosse legato alla finanza e ai poteri forti, ma non voterò una donna solo perché è tale».

Condivide le battaglie femministe delle attrici americane?

«La disparità esiste: per noi donne ci sono pochi ruoli da protagoniste, in più veniamo pagate meno dei nostri colleghi uomini. Ai capi degli studios, tutti maschi, manca l’immaginazione per creare dei bei personaggi femminili».

E come se ne esce?

«Non sarà una legge a ribaltare la situazione. Possiamo solo sperare che le giovani autrici e produttirici che operano a Hollywood si diano da fare per cambiare le cose. Con gli uomini si deve competere sulla base della qualità, non della quantità».

L’astronauta Samantha Cristoforetti le ha dedicato, dallo spazio, lunghe conversazioni: cosa vi siete dette?

«Samantha mi ha fatto fare un giro virtuale della navicella. Le ho chiesto come resisteva senza il buon cibo italiano, mi ha risposto che si era portata l’olio di oliva. Che donna divertente, spero di parlarle di nuovo».

Qualche anno fa attaccò pubblicamente Benedetto XVI, cosa pensa di Papa Francesco?

«Mi piace Bergoglio perché porta la fede nella vita quotidiana delle persone, ama i poveri e combatte la corruzione. Non ritiro quello che ho detto di Ratzinger, cioè che era un nazista: ha coperto cose spregevoli».

Come ricorda i due film che girò in Italia, La mortadella di Monicelli (1971) e il tv movie su Edda Ciano nell’84?

«La prima volta non capivo una parola d’italiano, la seconda ero in piena crisi e non sapevo se avrei continuato a fare l’attrice. Ma proprio quell’anno rimasi incinta senza averlo pianificato. Se qualche donna avesse difficoltà a concepire, le consiglio di venire in Italia!».

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