Bus, verso rimborsi in caso di sciopero: giorni di stop scalati da abbonamenti

Bus, verso rimborsi in caso di sciopero: giorni di stop scalati da abbonamenti
di Diodato Pirone
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Domenica 17 Maggio 2015, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 14:16
ROMA -Come impedire che i venerdì neri del trasporto locale si ripetano così spesso? Il blocco della metropolitana di Roma dell’altro ieri - sia pure con il rispetto delle fasce di garanzia - ha fatto il bis con lo scandaloso stop del 17 aprile quando i passeggeri romani si rivoltarono dopo essere stati abbandonati nelle stazioni.



Entrambe le agitazioni hanno avuto un elemento in comune: sono state indette da sindacatini con pochi iscritti. Quella di venerdì dall’Usb, che a Roma conta appena 172 aderenti.



Questa volta i due blocchi della metropolitana della capitale d’Italia, così ravvicinati, non sono stati ”digeriti” dall’indifferenza e dall’abitudine. E mentre il governo fa sapere di continuare a lavorare ad un giro di vite sulla legge degli scioperi (sulla quale si dovrebbe tenere un vertice con i sindacati subito dopo le elezioni regionali) spunta un’altra notizia. La Camera sta esaminando un disegno di legge popolare, con 80.500 firme, che ruota intorno ad un’idea: i cittadini che subiscono gli scioperi dei trasporti locali devono essere risarciti. Come?

Sottraendo dal costo degli abbonamenti - mensili o annuali - una somma pari alla quota parte del servizio che è stato negato. Ecco un esempio concreto. A Roma l’abbonamento annuale costa 250 euro. Dunque, poiché l’anno scorso le metropolitane capitoline sono state bloccate almeno una decina di volte, in occasione del rinnovo dell’abbonamento il cliente Atac (l’azienda dei trasporti romani) potrebbe pagare una decina di euro in meno. Per gli abbonamenti mensili, invece, si scalerebbero i mancati servizi del bimestre precedente. Il rimborso sarebbe un piccolo ma gradito riconoscimento per 350/400.000 abbonati Atac a Roma.



La legge di iniziativa popolare (tutti i particolari sul sito www.scioperointelligente.it) è stata fortemente voluta dalla Fit-Cisl. «Intendiamo ridurre il fenomeno degli scioperi indetti da sindacatini - dice Giovanni Luciano, segretario generale della Fit Cisl - Oggi queste agitazioni che non portano nulla ai lavoratori danneggiano i passeggeri ma paradossalmente sono un sollievo per i bilanci delle aziende. Dunque le aziende non sono incentivate a scoraggiarli».



L’AIUTINO PER I BILANCI

Eh già. Perché nell’Italia dell’assurdo accade anche questo: nei trasporti gli scioperi fanno fare soldi alle aziende. Per capirlo bisogna sapere che le 1.200 (un’enormità) aziende dei trasporti locali sono quasi tutte in profondo rosso. Lo Stato spesso copre il 70/80% del loro bilancio tanto è vero che gli italiani versano ai trasporti locali tramite il Tesoro la bellezza di 5 miliardi di euro all’anno. E alle Atac di tutt’Italia questi soldi arrivano anche quando sono ferme per sciopero: ogni 24 ore nei forzieri delle società dei bus entrano automaticamente 13 milioni e 700 mila euro.

Nei giorni di blocco, inoltre, accade che le aziende dei trasporti non paghino i lavoratori in sciopero, né il gasolio per i bus fermi, né l’eletrricità per le metro, né l’usura (enorme) dei mezzi.



Uno degli articoli della legge popolare prevede che lo Stato non versi i suoi aiuti alle aziende per i giorni di mancato servizio. E chiede che sui bus vengano installati mezzi elettronici che registrino i chilometri effettivi del servizio. «Vogliamo che questo comparto impazzito ritrovi il bandolo della matassa - spiega Luciano - A partire dal rinnovo del contratto, fermo da 8 anni».



In questo scenario il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, sta pensando ad una riforma della legge di garanzia sugli scioperi. L’ipotesi più probabile è che gli scioperi siano legittimi solo se indetti dalla maggioranza dei delegati di un’azienda. Attenzione, dei delegati e non più direttamente dai sindacati. E’ un passaggio delicatissimo perché bisogna verificare se è compatibile con alcuni articoli della Costituzione. Che salvaguarda si, il diritto di sciopero, ma anche quello dei cittadini a muoversi usando mezzi pubblici.
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