La Concordia in viaggio, domenica a Genova. Gabrielli: solo lì canteremo vittoria

La Concordia in viaggio, domenica a Genova. Gabrielli: solo lì canteremo vittoria
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Mercoledì 23 Luglio 2014, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 13:11

Due ore più tardi l'Isola del Giglio sembrava già la metà.

Non tanto perchè si era liberata di un relitto da 72.500 tonnellate, ma perchè il frenetico e ingombrante via vai di chi è qua per lavoro stava già lasciando il posto a quello caracollante e snello dei turisti. Al Giglio ci sarà sempre un "prima" e un "dopo" Concordia. Il dopo è iniziato alle 11 di oggi, mercoledì 23 luglio 2014, quando la nave si è mossa in direzione Liguria.

Nonostante questo, il capo della protezione civile Franco Gabrielli tiene a freno l'entusiasmo.

Questione di serietà e pure scaramanzia. «Oggi mettiamo un punto - ha detto - ma il traguardo lo vedremo solo a Genova».

Poi, una metafora ciclistica, lui che in questi giorni è riuscito a raccontare lo stato dell'arte tirando in ballo dal meteorite al gallo francese: «Per il parbuckling avevo detto che avevamo vinto il gran premio della montagna, oggi siamo davanti alla scritta "ultimo chilometro"».

Il sempre più eroe del Giglio, il sudafricano Nick Sloane, l'ingegnere che dirige tutte le operazioni, stamani si è presentato al molo fresco come una rosa, nonostante ieri abbia cenato piuttosto tardi. «Sto bene, il tempo è buono e le previsioni sono positive, insomma tutto ok».

Per lui è stata l'ultima partenza dal porto dell'Isola. La prossima volta che toccherà terra sarà a Genova, sabato sera o domenica. «Tornerò», ha però promesso ai gigliesi suoi ultrà. E, chi l'ha visto al suo posto in plancia di comando, al momento della partenza della nave per Genova, lo descrive «commosso».

Lui, che dopo il raddrizzamento del bestione aveva festeggiato con una birra. Appena Sloane si è allontanato all'orizzonte, il conto ha cominciato ad andare alla rovescia: meno due quando la nave ha abbandonato gli ormeggi, meno uno quando è arrivato l'ultimo via libera alla navigazione, zero alle 11 e poco più, quando i rimorchiatori hanno dato fiato ai motori.

Per l'Isola è stato uno spettacolo. Nel senso che centinaia di persone si sono affollate sul molo, per mangiarsi con gli occhi quel relitto che piano piano si allontanava. Vedere la Concordia navigare al largo è parso strano, come se fosse difficile associarla a una nave, ricordare che un tempo faceva le crociere, che là sopra ci si divertiva.

Sul Giglio chi ha potuto ha fatto chiasso. Il porto ha suonato le sirene, i preti le campane, i turisti hanno iniziato a urlare al passaggio di chiunque potesse sembrare un sub o un tecnico. Il quadro si è un pò ricomposto quando la nave è scomparsa dalla vista.

E quando a cento metri dal porto è iniziata la conferenza stampa con le voci più rotte della storia delle conferenze stampa al Giglio. Il responsabile del progetto per Micoperi, Sergio Girotto, ha ragliato corto perchè non ce la faceva.

Quello di Costa, Franco Porcellacchia, l'ha detto proprio: «È difficile non commuoversi». E per scampare il pericolo ha virato elencando una serie di numeri. In fondo, la commozione è apparso lo stato d'animo più adeguato. «È una soddisfazione che deve essere misurata e sobria, che non può prescindere dal perchè siamo qua», cioè un naufragio, ha ricordato Gabrielli, che ha chiesto un pò di indulgenza verso i festeggiamenti un pò agitati di qualche tecnico.

«Ma bisogna lasciare la giusta soddisfazione a chi ha portato a termine questa opera titanica», ha concesso Gabrielli. L'opera titanica ha messo una toppa alla magra figura fatta dall'Italia il 13 gennaio 2012: 32 vittime, più un sub morto durante i lavori. «Siamo un Paese che sa imparare dai suoi errori - ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio - anche da quelli dei singoli. La Concordia è andata via ma non ha portato via il dolore delle famiglie delle vittime». Una non è stata ancora trovata: il cameriere Russel Rebello. Le ricerche continuano: sull'isola e durante lo smantellamento del relitto a Genova.

Ora al Giglio inizierà la fase di ripristino ambientale. Il primo step sarà un monitoraggio di cinque anni. Poi inizieranno i lavori per far tornare i fondali com'erano. Al momento, il tema inquinamento non pare impensierire. I dati dicono che le acque sono pulite.

Semmai l'attenzione è alla Francia, dopo le preoccupazioni del ministro all'ambiente Segolene Royal per il passaggio della nave davanti alla Corsica. Tanto per mettere le mani avanti, comunque, la capitaneria di porto ha fatto sapere che il suo aereo «ha rilevato tre anomalie sulla superficie dell'acqua, che non è detto siano inquinamenti: due in acque francesi e una in acque italiane», a sud dell'Isola di Capraia.

Il sindaco del Giglio, Sergio Ortelli, ha tenuto a ricordarlo: «Non siamo l'isola della tragedia, ma un'isola che vuol riprendere il suo cammino per il ritorno alla normalità». E, visto che lì c'era il ministro Delrio, ne ha approfittato per parlargli del rischio pluriclasse, con i bambini di età diverse che al Giglio andrebbero a scuola insieme. Dopo il relitto, i problemi della normalità. Finalmente.

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