Dell'Utri, la cassazione accoglie la richiesta di rinviare l'udienza per malattia dei legali

Marcello Dell'Utri
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Martedì 15 Aprile 2014, 14:04 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 15:59
La Cassazione ha accolto la richiesta di rinvio del processo a Marcello Dell'Utri, condannato in appello a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La nuova udienza è stata fissata per il 9 maggio.



La Procura generale della Cassazione aveva espresso un parziale dissenso sul rinvio dell'udienza che vede imputato Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Tuttavia il Pg Aurelio Galasso, ai giudici della prima sezione penale che si sono ritirati in camera di consiglio per deliberare ha detto di «rimettersi» al giudizio della Corte. In particolare, secondo Galasso se per l'avvocato Massimo Krogh, operato d'urgenza lo scorso 5 aprile, «c'è un impedimento assoluto» a sostenere la difesa in Cassazione, non si può dire lo stesso per l'avvocato Giuseppe Di Peri. «Dalla certificazione prodotta, ha detto il Pg - risulta solo un'artropatia al ginocchio sinistro, quindi non è impossibilitato in senso assoluto. Mi rimetto alla Corte perchè consideri se sia necessario rinviare l'udienza».



I giudici della prima sezione penale presieduta da Maria Cristina Siotto si sono poi ritirati per una breve camera di consiglio per decidere sul da farsi, vale a dire se rinviare o meno l'udienza che vede imputato Marcello Dell'Utri.



Prima del parere del Pg, ha preso la parola l'avvocato Nicoletta Piergentili Piromallo, intervenuta a sostegno della difesa dell'ex senatore di Forza Italia. «Krogh - ha spiegato l'avvocato - è stato operato d'urgenza il 5 aprile scorso. È tuttora degente al Fatebenefratelli di Napoli e necessita di 30 giorni di convalescenza». Proprio per questa ragione ha sostenuto ancora l'avvocato Piromallo, «Dell'Utri ha diritto di vedersi garantita una piena difesa». Da qui la richiesta di rinviare l'udienza.



I difensori di Marcello Dell'Utri, Massimo Krogh e Giuseppe Di Peri, hanno impugnato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla corte d'appello di Palermo nei confronti dell'ex senatore. Il tribunale del riesame entro 10 giorni deve fissare l'udienza per la trattazione del procedimento e decidere sulla richiesta. Nell'impugnazione della misura cautelare emessa l'8 aprile dai giudici della corte d'appello i legali di Dell'Utri negano che il loro assistito sia fuggito in Libano per sottrarsi alla sentenza della Cassazione che avrebbe potuto confermare la sua condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.



Chi pianifica una fuga, sostengono in sintesi i legali, non usa il proprio cellulare e la carta di credito e non si registra col proprio nome in albergo nello Stato scelto per darsi alla macchia. I difensori, anche sfruttando il biglietto di andata e ritorno Parigi-Beirut (partenza il 24 marzo scorso e rientro il 29) trovato a Dell'Utri, sostengono che il loro cliente abbia più volte e anche in passato lasciato l'Italia per il Libano per motivi di salute e d'affari. Il fatto che l'ex senatore fosse all'estero, dunque, non dimostrerebbe nulla anche perchè, inoltre, al momento della partenza era libero e in possesso di passaporto valido.



Nell'impugnazione si accenna anche all'intercettazione delle conversazioni del fratello di Dell'Utri, del novembre scorso, in cui si parlava esplicitamente di suoi progetti di trasferimento all'estero e in particolare in Libano: il dialogo viene addotto dalla corte come prova delle intenzioni dell'imputato.
Secondo i difensori, che citano la decisione del tribunale del riesame sul rigetto del divieto di espatrio, inizialmente chiesto dalla procura generale, l'intercettazione sarebbe inutilizzabile.
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