Addio a Mario Pirani, giornalista e scrittore fra i fondatori di Repubblica

Addio a Mario Pirani, giornalista e scrittore fra i fondatori di Repubblica
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Sabato 18 Aprile 2015, 14:04 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 07:18
Il giornalista e scrittore Mario Pirani è morto stanotte a Roma, dove era nato 89 anni fa.



Domenica, dalle ore 9 alle ore 19, nella sala della Protomoteca del Campidoglio sarà allestita la camera ardente. Il feretro sarà accolto dal sindaco di Roma Ignazio Marino.



Pirani aveva partecipato alla fondazione del quotidiano La Repubblica, di cui era divenuto vicedirettore, insieme a Eugenio Scalfari. In precedenza, oltre alle esperienze con Pattuglia e Il Giorno, era stato iscritto al Partito comunista italiano (da cui si allontanò dopo l'invasione dell'Ungheria nel 1956) e funzionario dell'Eni, che negli anni Sessanta l'aveva inviato in Algeria.



Tra i suoi incarichi, fu anche direttore de L'Europeo, dal 1979 al 1980. Nel 1995 aveva vinto il Premiolino. Aveva pubblicato con Il Mulino nel 1989, "Il fascino del nazismo. Il caso Jenninger: una polemica sulla storia"; nel 1993 "Il futuro dell'economia visto dai maggiori economisti italiani", (Mondadori); nel 2004 "È scoppiata la terza guerra mondiale? Le democrazie tra pacifismo e difesa", (Mondadori) e, infine, nel 2010 "Poteva andare peggio. Mezzo secolo di ragionevoli illusioni" (Mondadori).



Anche l'Eni in una nota si unisce al cordoglio del giornalismo e del mondo della cultura per la scomparsa di Pirani, e ricorda l'importante contributo che nei primi anni '60 seppe dare allo sviluppo della presenza della società nel Maghreb. Fu un incontro nel 1958 con Enrico Mattei, all'inaugurazione dello stabilimento petrolchimico di Ravenna, a far nascere il rapporto di stima reciproca tra Pirani e il fondatore di Eni. Dopo un percorso complesso e critico all'interno del Pci e nella redazione de L'Unità, il giornalista viveva all'epoca - come ha raccontato nella sua biografia - il forte disagio provocato dai fatti d'Ungheria. Mattei cominciò un lungo corteggiamento per avere Pirani alle relazioni esterne, insieme a Giorgio Ruffolo. Pirani accetterà solo nel 1961, in seguito all'offerta di Mattei di fare di lui l'uomo chiave per i rapporti tra Eni e i capi della rivolta anticolonialista algerina.



Sotto la bandiera di addetto stampa nell'area del Maghreb, Pirani partì alla volta della Tunisia nell'autunno del 1961. Incontrerà ripetutamente i capi della rivolta tessendo una fitta trama di relazioni che porteranno Eni in una posizione di assoluto primo piano una volta conclusa la dura e sanguinosa rivolta algerina, con la dichiarazione d'indipendenza del marzo 1962.



Alla morte di Enrico Mattei, Pirani lasciò l'incarico africano e ottenne da Eugenio Cefis, dopo un breve periodo di responsabilità dell'ufficio stampa, un ruolo di corrispondente da Parigi per il quotidiano Il Giorno, per il quale lavorò fino alla fine degli anni Sessanta quando decise di lasciare il gruppo.



«Con la scomparsa di Mario Pirani l'Italia perde un uomo di grande saggezza ed equilibrio. Una voce che non ha mai avuto il timore di esprimere le proprie opinioni con convinzione, anche quando erano scomode e non in linea con l'opinione pubblica predominante», afferma in una nota il sindaco di Roma, Ignazio Marino. «A sua moglie e alla sua famiglia esprimo oggi il mio più sincero cordoglio - aggiunge il sindaco - A Mario, che conoscevo da tanti anni, mi legava una amicizia solida e un grande rispetto. Ho avuto la fortuna di frequentarlo spesso e di confrontarmi con lui quando, nel mio lavoro parlamentare, mi sono occupato del Servizio sanitario nazionale. Con lui, illustre cittadino romano, ho girato tanti luoghi della nostra città, per cui ha avuto sempre grande attenzione e infinito amore».



«La notizia della morte di Mario Pirani mi colpisce e addolora profondamente. Eravamo legati da un'amicizia antica e resistente ad ogni difficoltà o momentanea incomprensione. In realtà la vicinanza, direi la compenetrazione, tra i nostri modi di pensare e di sentire sono state nei decenni fortissime», ha scritto in un messaggio l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Si affollano nel mio animo in questo momento - Pirani - innumerevoli ricordi, tra i quali quello, che era a lui particolarmente caro, dei primi incontri tra noi nella mia casa paterna all'inizio della nostra comune militanza politica. Fu uno spirito libero e critico anche nelle fila del partito comunista, da cui si distaccò senza mai divenirne un avversario e un detrattore, ma conservando in sè e difendendo apertamente il nucleo migliore di quella esperienza storica. Da giornalista, da scrittore, da interlocutore in mille dibattiti, ha lasciato un segno inconfondibile di onestà intellettuale e di coerenza. E in coloro che lo hanno conosciuto meglio e gli hanno voluto bene ha lasciato l'impronta indimenticabile della sua umanità. Il mio più affettuoso abbraccio va a Claudia che gli è stata con amore e con generosità accanto fino all'ultimo».



«Con la scomparsa di Mario Pirani perdiamo una figura importante e preziosa della cultura e del giornalismo del nostro Paese. Uno straordinario professionista, libero, equilibrato e coerente, sempre attento ai lettori. Mi unisco, a nome della Regione Lazio, al profondo dolore dei suoi familiari e di tutte le persone che ne hanno conosciuto, stimato e apprezzato, l'altissimo valore umano e professionale», dichiara in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
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