Napoli, operata quando era morta. Il marito: «In corsia hanno rotto l’omertà»

Napoli, operata quando era morta. Il marito: «In corsia hanno rotto l’omertà»
di ​Giovanna Sorrentino
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Giovedì 18 Dicembre 2014, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 20:42
Una giovane vita strappata all’affetto dei suoi familiari. Tommasina De Laurentiis muore a 25 anni per un banale intervento alla colecisti, all’ospedale Sant’Anna di Boscotrecase, in provincia di Napoli. È l’8 marzo: un giorno che il suo compagno di vita, Alfonso Formisano, non dimenticherà mai. Da allora sono passati 1 anno e 9 mesi, scanditi secondo per secondo, fino a ieri: il giorno della svolta delle indagini. La responsabilità ora, non sarebbe degli anestesisti, ma del medico.



Alfonso, quello che voi e il vostro avvocato avete sempre sostenuto sembra stia venendo a galla. «Sì, è vero. Avevamo ragione. La colpa è del medico, perché gli anestesisti l’avevano avvertito che c’era un calo della pressione sanguigna, ma lui non ha dato loro ascolto e ha continuato ad operare. Tommasina, come fosse un pezzo di carne e non un essere umano, è stata squartata da morta, di nuovo, per nascondere gli errori medici effettuati. Sarebbe bastato un laccio emostatico per evitare questa tragedia».



Ma queste cose erano state scritte nella cartella clinica che poi venne sequestrata? «No. La cartella clinica relativa alla degenza di Tommasina è stata esaminata e, da quanto ho appreso, non emergono elementi che dimostrino il dissenso degli anestesisti o di altri, alla gestione della situazione effettuata dal chirurgo».