Processo Garlasco, il pg chiede 30 anni per Alberto Stasi

Processo Garlasco, il pg chiede 30 anni per Alberto Stasi
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Lunedì 24 Novembre 2014, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 19:21

Il sostituto pg di Milano Laura Barbaini ha chiesto 30 anni di carcere per Alberto Stasi accusato dell'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi.

A pesare anche l'aggravante della crudeltà. Stasi è imputato nel processo d'appello 'bis' che si sta celebrando con rito abbreviato.

La requisitoria. Alberto Stasi ha «sistematicamente» cercato di ostacolare le indagini con omissioni che sono andate al di là del diritto di difesa. È un passaggio della requisitoria del sostituto pg di Milano Laura Barbaini al processo d'appello 'bis' a carico di Alberto Stasi, imputato per l'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi.

Nuovi esami. Il Pg durante la sua requisitoria ha sottolineato come «in tanti anni di attività non si era mai verificato che due sentenze avessero escluso» un accertamento «così importante» come quello relativo alla camminata di Stasi, sui due gradini della scala della villetta dei Poggi sulla quale il giovane trovò il corpo senza vita di Chiara.

I nuovi esami, disposti dalla Corte d'assise d'appello nell'ambito della rinnovazione parziale del dibattimento, hanno invece compreso anche quei due gradini e sono arrivati a stabilire l'impossibilità che Alberto non si fosse sporcato di sangue le suole delle scarpe.

Alberto Stasi si lavò le mani dopo aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi. Una affermazione sostenuta dal pg di Milano Laura Barbaini durante la sua requisitoria. Nella sua ricostruzione del delitto commesso nella villetta di via Pascoli, la pubblica accusa ha ricostruito le fasi del delitto e sottolineato, mostrando una foto, come sulla maglietta rosa del pigiama di Chiara siano state trovate quattro impronte di dita (tutte tranne il pollice, ndr) sulla spalla sinistra. Impronte di fatto 'cancellatè con l'intervento successivo: il corpo della vittima fu girato e la maglietta si sporcò completamente di sangue. Quelle impronte farebbe pensare che è da lì che l'assassino ha sollevato il corpo di Chiara prima di gettarlo sulle scale dove è stato trovato. Le impronte delle scarpe dell'assassino però suggeriscono anche la sua mossa successiva: le suole insanguinate sono state trovate proprio davanti al lavandino del bagno al primo piano. Un dato che lascerebbe intendere che l'assassino si è lavato le mani prima di scappare e che va collegato a un altro elemento, da sempre noto: sul dispenser del sapone liquido sono state trovate tracce del Dna di Chiara miste alle impronte di Alberto. La logica, dunque, non lascerebbe dubbi: Alberto si sarebbe lavato le mani dopo aver ucciso Chiara.

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