Ferguson, nuova notte di rivolte e disordini in diverse città degli Stati Uniti

Ferguson, nuova notte di rivolte e disordini in diverse città degli Stati Uniti
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Mercoledì 26 Novembre 2014, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 15:03

Non si placa l'ira dei cittadini americani di fronte al mancato rinvio a giudizio per Darren Wilson, l'agente di polizia che ad agosto uccise a Ferguson il 18enne Michael Brown. A Ferguson, a Chicago e a New York a Washington, a Baltimora, San Francisco, Seattle e molte altre grandi città americane, centinaia di migliaia di persone sono scese in strada per la seconda notte di seguito, bloccando ponti, tunnel e autostrade per protestare.

Almeno 44 persone sono state arrestate nelle manifestazioni di protesta a Ferguson ma - riferisce la polizia - è stata una notte di protesta meno violenta rispetto a 24 ore prima.

I teppisti hanno spaccato le vetrine del comune e lanciato pietre e molotov contro i poliziotti che hanno risposto con i lacrimogeni. «Non si sono ripetute comunque le scene di saccheggio, incendio e sparatorie accadute la sera prima», ha detto il capo della Polizia di St. Louis, Jon Belmar, durante una conferenza stampa. «E stata una notte tutto sommato migliore», ha aggiunto. Tra gli arrestati, residenti di New York, Oklahoma e Georgia.

A New York una folla si è riunita nel tardo pomeriggio a Union Square e, scandendo il nome Michael Brown e slogan come «un distintivo non è una licenza di uccidere», ha iniziato a marciare, arrivando fino al Lincoln Tunnel e bloccandone l'entrata per una ventina di minuti. Bloccate anche diversi altre arterie della città, mentre diverse persone sono state arrestate.

A Washington, un gruppo di manifestanti hanno inscenato un 'die-in', sdraiandosi in terra e fingendosi morti davanti ad alcune stazioni di polizia, per quattro minuti e mezzo. «Per simboleggiare le quattro ore e mezza che Michael Brown è rimasto sull'asfalto dopo essere stato ucciso», ha spiegato uno di loro. A Boston i manifestanti si sono diretti verso l'autostrada, bloccando le rampe di accesso alla Massachusetts Avenue.

E ancora, manifestazioni in centro ci sono state anche a Philadelphia, Minneapolis, Seattle, Atlanta e Chicago, dove era peraltro in visita il presidente. In un intervento nella sua città, Obama ha ripetuto che «il problema non è solo un problema di Ferguson, è un problema dell'America». E se una parte della comunità americana non si sente benvenuta o trattata equamente, ha detto ancora, la cosa mette tutti a rischio. E condannando le violenze della notte di lunedì a Ferguson ha affermato che «dare fuoco ad edifici, bruciare auto, distruggere proprietà» sono reati che devono essere perseguiti. Tuttavia, ha anche detto, «le frustrazioni che abbiamo visto non sono solo per un particolare incidente, hanno radici profonde in molte comunità».

Londra. Le proteste si estendono oltre gli Usa e attraversano l'Atlantico e il Pacifico. Stasera a Londra è in programma una manifestazione davanti all'ambasciata Usa, in Grosvenor Square. L'appuntamento per la «veglia di solidarietà», come indicato dai tweet e dagli appelli che rimbalzano sui social media, è per le 19 (ora locale).

Tokyo. Una «marcia silenziosa» è stata programmata anche a Tokyo, per il 5 dicembre. Attraverso il sito fergusonresponse è possibile seguire in tempo reale tutte le adesioni provenienti da ogni parte d'America e del mondo alle manifestazioni di protesta seguite alla decisione del Grand Jury di non incriminare l'agente di polizia Darren Wilson, che il 9 agosto uccise il 18enne di colore Michael Brown. Sullo stesso sito è possibile aderire alla protesta «Boycott Black Friday» che propone il boicottaggio del 'venerdì nero' che tradizionalmente, dopo il Giorno del Ringraziamento, dà inizio alla stagione dello shopping natalizio. Una consuetudine che negli ultimi anni si è diffusa anche al di fuori dei confini Usa.

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