Gerusalemme, la tensione resta alta. A Ramallah palestinese muore in retata esercito

Gerusalemme, la tensione resta alta. A Ramallah palestinese muore in retata esercito
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Lunedì 27 Luglio 2015, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 17:07

Torna a salire la tensione in Cisgiordania con la morte, la scorsa notte a Kalandya (Ramallah) di un giovane palestinese durante una retata dell'esercito israeliano. Secondo la radio militare il giovane ha cercato di sottrarsi all'arresto; i militari gli hanno sparato alle gambe ma questi - aggiunge la emittente - ha proseguito la fuga ed è caduto da un tetto, cosa che ha provocato la sua morte.

La vittima è stata identificata in Muhammed Abu Latifa, 18 anni, residente di Kalandya a nord di Gerusalemme.

La radio militare ha aggiunto che nel corso della operazione un giovane che era con lui è stato arrestato.

Intanto anche a Gerusalemme est la tensione resta elevata dopo gli incidenti verificatisi ieri nella moschea al-Aqsa, uno dei luoghi santi per l'Islam. Ingenti reparti di polizia presidiano i vicoli della Città vecchia per prevenire nuovi disordini. Ieri gruppi di attivisti palestinesi si sono scontrati con reparti della polizia israeliana in una giornata di mobilitazione islamica organizzata per contrastare l'ingresso di diverse centinaia di ebrei nella Spianata delle Moschee. Il loro arrivo era stato preannunciato peraltro nei giorni scorsi da un movimento ebraico di estrema destra, 'Torniamo sul Montè, che anela alla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme nella Spianata dove si stagliano la moschea al-Aqsa e la Cupola della Roccia.

Nella Città Vecchia di Gerusalemme la tensione politico-religiosa covava da tempo ed è esplosa in occasione del 'Tishà be-Av': il nono giorno del mese ebraico di Av in cui, con un digiuno, gli ebrei ricordano la prima distruzione del Tempio (per mano dei babilonesi) e anche la seconda, nel 70 d.C., compiuta dalle legioni romane. A rendere ancora più esplosiva la situazione sono stati la presenza, la scorsa notte, di decine di migliaia di ebrei presso il Muro del Pianto ed oggi l'ingresso nella Spianata delle Moschee di un ministro israeliano di estrema destra, Uri Ariel.

Gli scontri di domenica sono stati duri. La polizia ha fatto uso di granate assordanti e di gas lacrimogeni e i tappeti della moschea al-Aqsa sono stati ridotti ad una sorta di campo di battaglia. Fonti palestinesi affermano che una ventina di guardiani del Waqf (l'ente per la protezione dei beni islamici in Palestina) sono stati feriti dalla polizia israeliana con bastonate alla testa e alle gambe. Si sono anche avuti altri contusi, e diversi fermi.

Durissime le reazioni politiche. Hamas, da Gaza, ha parlato di «forte escalation» da parte di Israele, e ha avvertito che le sue cellule armate in Cisgiordania reagiranno. Nel frattempo, ha aggiunto, i fedeli islamici dovranno mobilitarsi per proteggere i propri Luoghi sacri. Molto severa anche la reazione della Giordania, Paese custode della moschea al-Aqsa, che imputa ad Israele la piena responsabilità degli incidenti. Ma anche Israele protesta. Il capo dello Stato Reuven Rivlin ha espresso indignazione per le violenze dei giovani palestinesi «in un luogo sacro» anche all'ebraismo e, per giunta, nella giornata di lutto per la distruzione del Tempio.

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