Hong Kong, manifestanti danno ultimatum: «Vogliamo risposte entro domani»

Hong Kong, manifestanti danno ultimatum: «Vogliamo risposte entro domani»
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Martedì 30 Settembre 2014, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 08:57

Continuano le proteste degli studenti e dei sostenitori di Occupy Central che da giorni stanno bloccando le strade di Hong Kong per chiedere reali riforme democratiche. I leader del movimento, che ormai è stato ribattezzato «la rivoluzione degli ombrelli», hanno chiesto alle autorità dell'ex colonia britannica e del governo centrale cinese di accogliere le loro richieste, comprese le dimissioni del capo del governo locale, Leung Chun-ying, e il ritiro della riforma elettorale annunciata da Pechino. Altrimenti, affermano i leader del movimento pacifico, inizieranno altre azioni di disobbedienza civile.

I leader della protesta studentesca hanno espresso la volontà di incontrare il capo del governo di Hong Kong.

Gli stessi leader hanno comunicato che i luoghi occupati in questi giorni verranno chiamati «Piazza della Democrazia».

La polizia intanto ha tenuto un profilo basso durante le manifestazioni che si sono avute durante la notte scorsa, dopo che ieri le autorità avevano ordinato il ritiro della polizia anti-sommossa. I dimostranti - che portano tutti un ombrello, per ripararsi dal sole cocente ma anche dal lancio dei lacrimogeni, diventato così il simbolo della protesta - hanno bloccato le principali arterie dalla zona commerciale di Hong Kong dove molti negozi rimangono chiusi.

La posizione delle autorità. Il capo del governo di Hong Kong Chun-ying Leung ha chiesto oggi la «fine immediata» delle manifestazioni in corso. In una dichiarazione alla stampa, Chun-ying Leung ha sostenuto che «alcuni servizi essenziali» hanno avuto difficoltà a causa del blocco di alcune delle principali arterie messo in atto dai manifestanti. «I leader della protesta avevano promesso che avrebbero messo fine al movimento se fosse diventato violento», ha sottolineato. Leung ha inoltre respinto l'invito a dimettersi che gli è stato rivolto dai gruppi democratici del territorio. Le dimissioni di Leung sono diventate la richiesta principale delle decine di migliaia di giovani che stanno protestando nelle strade dopo il brutale intervento della polizia di domenica notte, che ha provocato il ferimento di decine di persone.

Leung ha aggiunto che il governo di Pechino - che ha l'ultima parola sul destino di Hong Kong - non cambierà idee per le manifestazioni. Il capo del governo - chiamato «chief executive» nel lessico politico del territorio - ha anche escluso un intervento contro i manifestanti dell'Esercito di liberazione popolare (Pla) cinese. «Ho piena fiducia nelle nostre forze di polizia», ha affermato.

Pechino fornirà al governo di Hong Kong sostegno contro le manifestazioni ''illegalI'' nell'ex protettorato britannico. Così la portavoce della diplomazia cinese Hua Chunying: «Sosteniamo totalmente il governo della regione autonoma speciale di Hong Kong per affrontare il problema» delle «attività illegali» dei manifestanti, ha detto.

Pechino ha ribadito il proprio sostegno alle autorità di Hong Kong: «Alcuni paesi si sono pronunciati in merito alla vicenda, ma gli affari di Hong Kong sono affari interni cinesi, quindi invitiamo i soggetti esterni a non interferire in alcun modo», ha proseguito la portavoce del governo di Pechino, riferendosi alle prese di posizione di Londra e Washington, che avevano fatto un appello al dialogo tra le parti e alla «moderazione» delle autorità contro i manifestanti.

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