Parigi, palazzo in fiamme: 8 morti, 2 si sono lanciati. Fermato un sospetto

Parigi, palazzo in fiamme: 8 morti, 2 si sono lanciati. Fermato un sospetto
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Mercoledì 2 Settembre 2015, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 13:32

Lunghi segni neri intorno alle finestre, e i sigilli posti dalla polizia per proteggere la scena. È tutto quello che resta sulla rue Myrha, via lunga e stretta ai piedi della collina di Montmartre, del tremendo incendio che dalle quattro e mezza di stamattina ha devastato il palazzo al numero 4.

Un rogo doloso, per cui la polizia ha già fermato un sospetto che abita in zona e soffre di problemi psichici.

Il bilancio della nottata è tragico: otto morti, tra cui due bambini, e quattro feriti gravi, alcuni dei quali sono ancora in pericolo di vita.

La maggior parte di loro è stata vittima delle esalazioni di fumo, ma due hanno trovato la morte lanciandosi dalle finestre in cerca di una via di fuga. Quattro delle vittime, secondo informazioni di stampa al momento prive di conferme ufficiali, sarebbero della stessa famiglia, di origine senegalese: padre, madre, un figlio di quattordici anni e una figlia di otto. Sopravvissuto invece un altro figlio, di dodici anni, che aveva passato la notte fuori casa, da una zia, ignaro che quella scelta imprevista gli avrebbe salvato la vita.

Fin dai primi momenti delle indagini, la pista privilegiata è stata quella del rogo doloso. Nello stesso edificio, raccontavano stamattina i pompieri parigini, appena due ore prima del rogo c'era stata una chiamata per un piccolo focolaio, un incendio di cartacce nell'ingresso, rapidamente spento. Restava da chiarire solo, nelle parole di una funzionaria di polizia tra i primi presenti sul posto, se ci fosse «reale volontà di nuocere», o se fosse solo un «atto di stupidità» sfuggito al controllo dei suoi autori.

La pista viene convalidata da immagini di una vicina telecamera di sorveglianza, che mostrano un uomo che sta dando fuoco a della carta, o degli scatoloni, nei pressi dell'edificio bruciato. La persona «è conosciuta nel quartiere» - il cosiddetto «Goutte d'Or», abitato in gran parte da africani e maghrebini - e viene rapidamente individuata e fermata, intorno alle 11.30 di stamattina. È un algerino di 36 anni, già noto alla polizia per «una ventina» di reati minori, tra traffico di stupefacenti, vandalismo e piccoli furti. La polizia lo ha fermato non lontano dal luogo del crimine, nei pressi di una stazione di taxi, e gli ha trovato addosso un accendino e una candela, e lo ha posto in stato di fermo, sperando di chiarire quale sia stato il suo movente.

Nel frattempo, le autorità cittadine e nazionali si sono mobilitate per mostrare la propria vicinanza alle famiglie delle vittime e aiutare gli altri abitanti dell'edificio incendiato, impossibilitati a rientrare nelle loro case. Il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha tenuto anche a precisare che lo stabile non era né fatiscente nè oggetto di segnalazioni per particolari problemi, ma anzi «in buono stato».

L'Eliseo, in una nota, ha promesso che sarà fatto tutto il necessario per far luce su questa tragedia.

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