Terrorismo, retata anti-jihadisti nella Francia del sud: cinque sospetti fermati

Terrorismo, retata anti-jihadisti nella Francia del sud: cinque sospetti fermati
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Martedì 27 Gennaio 2015, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 15:07
Retata contro gruppi di jihadisti questa mattina a Lunel, un comune dell'Herault, nel sud della Francia, dal quale provengono una ventina di giovani partiti per la "guerra santa" in Siria.

Secondo il quotidiano locale Midi Libre, l'operazione, condotta dai reparti speciali del Raid e del GIPN, è cominciata alle 6:30. Secondo Bfm-Tv, cinque persone sospettate di reclutamento per la jihad sono state fermate. Sei abitanti di Lunel fra i 18 e i 30 anni sono morti in Siria negli ultimi mesi.



«Abbiamo smantellato una filiera particolarmente pericolosa e organizzata», ha detto il ministro francese dell'Interno, Bernard Cazeneuve.



Altri tre sospetti jihadisti sono stati fermati nelle Fiandre, a Harelbeke, vicino alla città di Courtrai. Secondo i media belgi sono in corso indagini per determinare un eventuale legame con la cellula jihadista di Verviers. Durante i fermi le forze dell'ordine avrebbero sequestrato alcune armi, ma la procura di competenza non conferma questo particolare.



Al-Qaeda nella penisola araba (Aqpa), l'ala yemenita dell'organizzazione guidata da Ayman al-Zawahiri, ha intanto ha nuovamente rivendicato l'attacco a Parigi contro la sede del settimanale satirico Charlie Hebdo che ha provocato la morte di 12 redattori del gironale satirico. In un rapporto sugli attacchi compiuti tra il 25 ottobre e il 20 gennaio e diffuso da Aqpa su internet, si annoverano 204 operazioni in 11 province dello Yemen e «l'invasione di Parigi», in riferimento al massacro del 7 gennaio compiuto dai fratelli Kouachi.



L'attacco a Charlie Hebdo era già stato rivendicato da al-Qaeda in Yemen nelle ore immediatamente successivo alla strage. Una settimana più tardi poi Aqpa aveva diffuso un video intitolato "Vendetta per il Profeta" e diretto «alla comunità islamica», nel quale il capo militare dell'organizzazione Nasr Ali bin al-Ansi affermava che la leadership di al-Qaeda «ha scelto l'obiettivo, elaborato il piano (d'attacco, ndr) e finanziato l'operazione».



Un allarme sul fatto che il carcere possa essere un luogo di reclutamento di candidati alla jihad è invece al centro di un lungo articolo pubblicato oggi dal Financial Times. Nel pezzo si illustra il ruolo che il periodo di detenzione ha avuto nell'avvicinare i terroristi che hanno agito tra il 7 ed il 9 gennaio a Parigi alla violenza religiosa estremista.



È stato in carcere che Amedy Coulibaly è venuto a contatto una decina di anni fa, allora poco più che ventenne, con esponenti del terrorismo jihadista, uno dei quali - teoricamente rinchiuso in isolamento - ha avuto un forte ascendente su di lui. Ed è stato nello stesso penitenziario, quello di Fleury-Merogis, alla periferia di Parigi, che un altro detenuto, Cherif Kouachi, ha conosciuto lo stesso jihadista.



Coulibaly è morto il 9 gennaio durante il blitz delle forze dell'ordine nel supermarket kosher di Parigi, dove teneva numerose persone in ostaggio, Kouachi - autore della strage nella sede di Charlie Hebdo - in quello lanciato in contemporanea nella tipografia di Dammartin-en-Goele.