Art. 18, Camusso: «Renzi come Thatcher». Landini: «Ci prende per il c...»

Matteo Renzi e Susanna Camusso
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Venerdì 19 Settembre 2014, 14:30 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 10:37

Mi sembra che il presidente del consiglio abbia un po' troppo in mente il modello della Thatcher. Lo ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, parlando della riforma del lavoro, durante l'inaugurazione della nuova sede regionale del sindacato a Milano. Alla domanda se si sentiva di escludere il rischio di uno sciopero si è limitata a rispondere: «Non capisco perchè uno sciopero generale sarebbe un rischio: è solo una delle forme di mobilitazione possibile».

La manifestazione Intanto la Fiom anticipa la manifestazione nazionale di una settimana, dal 25 al 18 ottobre, sempre di sabato. Un'accelerazione in risposta alla decisioni che, secondo il sindacato, impatterebbero sull'articolo 18. Le modalità della mobilitazione, che si svolgerà a Roma, verranno definite a breve. Resta il pacchetto di 8 ore di sciopero.

Landini: Renzi ci prende per il c... «Il contratto a tutele progressive è una presa per il c... se alla fine le tutele vengono cancellate», dice chiaro e tondo il segretario Fiom Maurizio Landini, a margine dell'assemblea dei delegati Rsu di Ancona. «Lo dice la parola stessa: se vuoi dare tutele progressive a tutti alla fine ci devono essere più tutele per tutti». In caso contrario, ha detto Landini, contestando non solo l'ipotesi di cancellazione dell'art. 18 ma anche gran parte dell'impianto della riforma del lavoro prospettata dal Governo Renzi, «che tutela progressiva è, è una tutela regressiva, perché di fatto si vogliono cancellare i diritti per tutti».

«Se faccio un nuovo contratto unico a tempo indeterminato - chiede il segretario Fiom all'esecutivo - rimangono altre 46 tipologie di lavoro? Le cancella il Governo le collaborazioni continuate e continuative, il lavoro a chiamata, lo staff leasing, i tirocini dove la gente è sottopagata?. Diventano cinque o sei le forme con cui si entra al lavoro e dentro c'è anche un contratto a tutele progressive? Benissimo, tutta questa discussione siamo pronti a farla». Ma, ha sottolineto, «mi devono spiegare perché vogliono modificare lo Statuto dei lavoratori sul demansionamento, o sul controllo a distanza. A chi serve, chi l'ha chiesto, la Confindustria? È forse quello il problema delle imprese». «Perché - ha detto Ancora - il Governo non chiede agli imprenditori di riprendere a fare gli investimenti, di riportare i capitali in Italia, di fare cioè il loro mestiere, e non si rivolge anche a quelli che non l'hanno fatto in questo periodo?. Renzi fa il duro con i lavoratori e gli vuole togliere diritti, ma non è in grado di farlo con chi in questo Paese se ne sta andando e investe dalle altre parti».

«Sull'art. 18 Renzi deve dimostrare quanto è 'figo' all'Europa. Forse qualcuno gli ha fatto credere che in cambio può sforare dello 0,1 o 0,3%, e Draghi gli darà qualcosa», interviene il segretario Fiom Maurizio Landini, parlando a Ancona ai delegati Rsu della cancellazione della reintegra dopo un ingiusto licenziamento. «Cancellare la reintegra in caso di licenziamento ingiusto, sostituendola con un po' di soldi - ha aggiunto Landini, che ha incontrato i delegati della Fiom nelle fabbriche metalmeccaniche della provincia - è una follia pura ed è contro i principi della nostra Costituzione. Lo Statuto dei lavoratori ha significato far entrare la Costituzione nelle fabbriche: perché il lavoro è un diritto e uno deve avere la dignità di poterlo fare, senza essere licenziato per le idee che ha, o perchè fa il sindacalista, o per il sesso che ha ecc». «Dire che in Europa l'art. 18 non c'è è un'altra sciocchezza» secondo Landini. «La cosa vera è che il Governo sta cedendo ad un ricatto» e continua a «non affrontare il vero problema del Paese. Non è che le imprese non assumono perchè c'è l'art. 18: non assumono perchè non hanno da lavorare, e di questo si dovrebbe preoccupare il Governo».

«È il momento di mobilitarsi, un lavoro senza diritti è un ritorno all'800», è il commento della segreteria nazionale della Fiom-Cgil in una nota. Per le tute blu della Cgil, infatti, «siamo di fronte a proposte del Governo che cancellano interi articoli dello Statuto dei lavoratori, provocando il peggioramento dei diritti».

Renzi ai sindacati: «Avete difeso le ideologie e non le persone». «Oggi la Cgil ha deciso di andare all'attacco del governo: il segretario Camusso ha detto che il governo ha in mente Margaret Thatcher quando si parla del lavoro. Ma quando si parla del lavoro noi non siamo impegnati in uno scontro del passato, ideologico. Noi siamo preoccupati non di Margaret Thatcher, ma di Marta, 28 anni, che non ha la possibilità di avere il diritto alla maternità» perchè «in questi anni si sono fatti cittadini di serie A e di serie B». Lo dice il premier Matteo Renzi in un video.

«Marta, 28 anni, sta aspettando un bambino ma a differenza delle sue amiche che sono dipendenti pubbliche non ha nessuna garanzia, perchè in questi anni si sono fatti cittadini di serie A e di serie B», sottolinea Matteo Renzi, in un video registrato questo pomeriggio a Palazzo Chigi e pubblicato sul suo canale Youtube.

«Noi quando pensiamo al mondo del lavoro non pensiamo a Margaret Thatcher - afferma il presidente del Consiglio - ma a Giuseppe, che ha 50 anni e non può avere la cassa integrazione o a chi, piccolo artigiano, è stato tagliato fuori da tutte le tutele, magari la banca gli ha chiuso i ponti e improvvisamente si è ritrovato dalla mattina alla sera a piedi. Pensiamo a quelli a cui non ha pensato nessuno in questi anni, che vivono di co.co.pro. e co.co.co e che sono condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito preoccupandosi solo dei diritti di qualcuno e non di tutti».

«A quei sindacati che vogliono contestarci» io «chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l'ha e chi no, tra chi ce l'ha a tempo indeterminato e chi precario» perchè «si è pensato a difendere solo le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente». Così Matteo Renzi.

«A quei sindacati che vogliono contestarci io non chiedo di darci almeno il tempo di presentare le proposte prima di fare le polemiche - sottolinea Matteo Renzi, in risposta ai sindacati che lo attaccano sul Jobs act - ma chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia che ha l'Italia tra chi il lavoro ce l'ha e chi no, tra chi ce l'ha a tempo indeterminato e chi precario? C'è chi non può neanche a costruirsi un progetto di vita perchè si è pensato a difendere solo le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente».

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