La sfida era a tre: Andrea Cozzolino e Vincenzo De Luca del Pd e Marco Di Lello del Psi. A poche ore dal voto si sono ritirati infatti Gennaro Migliore (Pd) e Nello Di Nardo (Idv) denunciando l'impraticabilità del campo per le denunce su presunte "alleanze pericolose" con esponenti della destra ed ex Cosentiniani cui avrebbero fatto ricorso De Luca e Cozzolino, i due grandi favoriti della competizione. Anomalie favorite da una consultazione senza regole dove, in assenza di un'anagrafe degli elettori, chiunque può votare e «drogare» il responso delle urne.
Quattro rinvii, infinite polemiche, e il sospetto di irregolarità che fanno rivivere l'incubo del 2011: con queste premesse si sono svolte dunque le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato che contenderà al governatore uscente Stefano Caldoro la presidenza della Regione Campania.
Da Roma è giunto in veste di osservatore Riccardo Tramontano, cui è toccato vigilare sulla regolarità del voto ai seggi. Uno solo e non i caschi blu dell'Onu - ironizzano al partito campano - perché la situazione è meno grave di come la dipingono alcuni nostri autorevoli esponenti che alimentano la strategia della tensione per beghe interne. Il clima che si respira insomma è quello del tutti contro tutti, non proprio il massimo per un voto che deve incoronare quello che poi sarà il candidato dell'intero centrosinistra.
Saviano. «Alle primarie Pd in Campania non andate a votare. Questo il mio consiglio. I candidati sono espressione della politica del passato. Queste elezioni saranno determinate da voti di scambio». È l'invito che lo scrittore Roberto Saviano ha postato ieri sera su Facebook. Nel post, Saviano allega anche un video nel quale spiega, nel particolare, le ragioni di questo appello. «Pacchetti di voti - prosegue Saviano - sono pronti ad andare a uno o all'altro candidato in cambio di assessorati. In più saranno determinanti gli accordi con Cosentino. Le primarie avrebbero dovuto essere strumento di apertura e partecipazione, ma così non è stato (vedi il caso Liguria). Sino a quando non esisteranno leggi in grado di governarle, saranno solo scorciatoie per gruppi di potere. Non legittimiamole, non andate a votare», conclude l'autore del bestseller Gomorra.
Anche il centrosinistra delle Marche (Pd, Psi, Idv, Verdi, Centro Democratico) ha scelto ieri il suo candidato presidente alla guida della Regione.
Luca Ceriscioli ha vinto le primarie del centrosinistra nelle Marche con il 52,53% dei consensi (22.760 voti assoluti), battendo Pietro Marcolini, come lui del Pd, che si è attestato al 46,11% (19.979 voti). Ninel Donini, candidata dell'Idv, si è invece fermata all'1,35% (587 voti). I dati, definitivi, sono stati diffusi dall'Ufficio tecnico amministrativo regionale. I votanti sono stati 43.588, i voti validi 43.326.
«Ha vinto il cambiamento, un'alternativa vera, e il programma che ho presentato girando in lungo e in largo la regione».
Luca Ceriscioli, vincitore delle primarie del centrosinistra nelle Marche, festeggia a Pesaro, la città di cui è stato sindaco per dieci anni. «Il risultato eccezionale - dice - è la straordinaria partecipazione al voto, il sentimento di giocarsi il futuro con le primarie». «Onore delle armi allo sconfitto», Pietro Marcolini, e da domani «al lavoro per ampliare l'alleanza».