Francesco: «I politici lontani dal popolo scivolano nella corruzione, i peccatori possono redimersi, loro no»

Papa Francesco
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Giovedì 27 Marzo 2014, 10:44 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 11:18
Una classe dirigenziale che si allontanata dal popolo, che si chiusa nel proprio gruppo, partito, nelle lotte interne, diventa gente dal cuore indurito: da peccatori scivolano in corrotti»: lo ha detto stamattina Papa Francesco durante la messa nella basilica di San Pietro per i parlamentari italiani.



«Lontana dal popolo la classe politica si corrompe». Commentando i brani evangelici nell'omelia, il Papa ha parlato del «popolo di Dio che era solo» mentre i componenti della «classe dirigenziale erano chiusi nelle loro idee, nella loro pastorale, nella loro ideologia. E questa classe non ha sentito la parola di Gesù. Erano chiusi, lontani dal popolo, e Gesù si commuove guardando il popolo, che definisce "pecore senza pastore"». Secondo il pontefice, Gesù «parla con una parola che è ammirata dal popolo, andando dai poveri e dagli ammalati, parla diversamente dalla classe dirigenziale, che si è allontanata dal popolo, si è chiusa nel proprio gruppo, partito, nelle lotte interne. In definitiva ha abbandonato il popolo».



Bergoglio ha sottolineato che «tutti siamo peccatori, tutti. Ma questi sono più di peccatori. Il cuore di questa gente si è indurito - ha continuato - tanto che per loro è impossibile ascoltare la voce del Signore. Da peccatori sono scivolati in corrotti. Per un corrotto è tanto difficile riuscire a tornare indietro: il peccatore può redimersi e cercare il perdono, ma i corrotti sono fissati nel loro errore».

Tornando all'esempio evangelico, parlando di quella «classe dirigenziale», il pontefice ha sottolineato che «il Signore Gesù gli dava fastidio, al punto che, passo dopo passa, hanno pensato che era meglio uccidere Gesù».



Mettendo in guardia dell'atteggiamento della «classe dirigenziale» dell'epoca di Gesù che che si era «allontanata dal popolo», Papa Francesco le ha indicate come persone che «hanno sbagliato strada. Hanno fatto resistenza alla salvezza di amore del Signore e così sono scivolati dalla fede, da una teologia di fede a una teologia del dovere. Hanno rifiutato l'amore del Signore e questo rifiuto ha fatto di loro che fossero su una strada che non era quella della dialettica della libertà che offriva il Signore, ma quella della logica della necessità, dove non c'è posto per il Signore. Nella dialettica della libertà c'è il Signore buono, che ci ama, ci ama tanto! Invece, nella logica della necessità non c'è posto per Dio: si deve fare, si deve fare, si deve... Sono diventati comportamentali. Uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini. Gesù li chiama, a loro, "sepolcri imbiancati". In questa strada della Quaresima ci farà bene, a tutti noi, pensare a questo invito del Signore all'amore, a questa dialettica della libertà dove c'è l'amore, e domandarci, tutti: "Ma, io sono su questa strada? Ho il pericolo di giustificarmi e andare per un'altra strada?". Una strada congiunturale, perché non porta a nessuna promessa... E preghiamo il Signore che ci dia la grazia di andare sempre per la strada della salvezza, di aprirci alla salvezza che soltanto viene da Dio, dalla fede, non da quello che proponevano questi "dottori del dovere", che avevano perso la fede a reggevano il popolo con questa teologia pastorale del dovere».



Oltre 500 tra ministri e parlamentari. Alla messa, oltre al presidente del Senato, Grasso, e della Camera, Boldrini, e ai segretari generali di Camera e Senato, erano presenti 176 senatori, 298 deputati, nove ministri e 19 sottosegretari. Considerando anche i tre parlamentari europei e 23 ex parlamentari, in totale i politici presenti erano 518. Il Papa è entrato in basilica poco prima delle 7. La liturgia è durata circa 40 minuti.
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