Anche stavolta Bergoglio chiede equità, dà voce a chi non ha voce contro quel “diffuso individualismo” che scava trincee sociali: «Un diffuso individualismo che ci separa e ci pone l'uno contro l'altro, frutto della ferita e del peccato nel cuore delle persone, le cui conseguenze si riversano anche sulla soceità e su tutto il creato». Il viaggio nel Sud America procede all'insegna del risveglio delle coscienze, partendo dalla dottrina sociale della Chiesa e dalla ultima enciclica Laudato sì che chiede ai cristiani di custodire il creato. «La nostra risposta non è fare finta di niente, sostenere che non abbiamo mezzi o che la realtà ci supera». Francesco viene acclamato come una specie di santo: «il Papa caloroso che ama la nostra gente».
In Ecuador, come del resto anche negli altri due Paesi che visiterà nei prossimi giorni, la Bolivia e il Paraguay, le differenze sociali sono enormi tra una minoranza che detiene il potere economico e la maggioranza, costituita soprattutto da popolazioni indie, che vive sotto il minimo della sussistenza. In Ecuador il presidente Correa, un giovane economista, ex seminarista, giunto al suo terzo mandato, è ultra popolare perchè sta portando avanti un programma economico basato su una visione socialdemocratica.
Naturalmente i grandi propretari terrieri e le elite finanziarie lo stanno contrastando in ogni modo. Ultimamente il muro contro muro ha avuto come oggetto l'introduzione di una specie di patrimoniale, tasse necessarie per finanziare il salario sociale e le basi del welfare in una nazione dove non c'era quasi nulla. A Guayaquil, la scorsa settimana, ci sono stati diversi scontri tra la polizia e gruppi sostenuti dall'opposizione dei conservatori. La pace sociale è stata al centro dei colloqui tra il Papa e il presidente Correa al quale ha chiesto un supplemento di dialogo.
La stessa cosa ha raccomandato ai vescovi, visto che l'episcopato (quasi al completo) è tendenzialmente critico verso il presidente Correa e le sue aperture in campo sociale. «Che bello se tutti potessero ammirare come noi ci prendiamo cura gli uni degli altri, come ci diamo mutuamente conforto, e come ci accompagnano. Il dono di sé è quello che stabilisce la relazione interpersonale che non si genera dando cose, ma dando se stessi».
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