Lega a Roma, Casapound con Salvini: «Il Carroccio è cambiato»

Lega a Roma, Casapound con Salvini: «Il Carroccio è cambiato»
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Sabato 28 Febbraio 2015, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 22:07
Non «moriranno leghisti», assicurano, ma di certo almeno per un pò vivranno l'uno accanto all'altro. Intanto manifestano insieme, perchè «nella Lega è cambiato qualcosa, profondamente. Si sono scusati per le offese. Sanno che il nord non si salva da solo ma che bisogna parlare di Nazione. E Salvini lo fa».



L'accostamento tra Casapound e Lega, nazionalisti a braccetto con 'padanì, può sembrare dei meno prevedibili. Di certo, quando a Roma devono sfilare migliaia di "antagonisti" per dare l'altolà a Matteo Salvini, è anche potenzialmente esplosivo, specie dopo i tafferugli della vigilia a piazzale Flaminio. Ma alla fine è andata come sia il capo della Lega che i suoi alleati avevano annunciato: nessun contatto con i militanti dei movimenti, tenuti ben separati dalla sede di Casapound da un massiccio (e duplice) cordone di polizia.



Via Napoleone III, indirizzo del movimento, resa a tenuta stagna da mattina a sera dai blindati di polizia e carabinieri a sbarrare le traverse. A distanza, dietro le barriere, si intravede piazza Vittorio, luogo di raduno degli antagonisti. «Se siamo attaccati non fuggiamo ma sono altri che fanno di tutto per alzare la tensione» spiega un dirigente. Non succede. Il loro corteo diretto al Pincio, dove li aspettano i pullman dei militanti da fuori Roma, è silenzioso e rapido, gli striscioni ripiegati. Poi, i "fascisti del Terzo millennio" sono tutti in piazza del Popolo, con le gigantografie dei Marò, a sostenere il leader lumbard. E con un nuovo simbolo, quello con le tre spighe di "Sovranità",
«la nostra nuova formazione - spiega il vicepresidente di Casapound Simone Di Stefano - che vuole raccogliere tutti i movimenti sociali e identitari e portarli senza tentennamenti a Salvini, che ha bisogno anche di una destra al suo interno».



Per Casapound, che già sostenne la candidatura in Europa di Mario Borghezio, non ci sono dubbi su chi sia l'anti-Renzi.
«Se anche Giorgia Meloni si mettesse in testa di dire che Salvini è il leader da contrapporre a Renzi saremmo più felici tutti» aggiunge Di Stefano, stuzzicando in casa la romanissima leader di FdI, mentre la destra antileghista che oggi manifestava in Prati corre su un binario morto: «Preferiscono rimanere residuali: non lo facciano, c'è spazio in questa grande avventura».



Anche perchè Salvini sa toccare evidentemente le corde giuste:
«Ieri sera in tv è stato chiaro: quando la Gruber ha detto "quelli sono fascisti", lui ha risposto "che problema c'è". Non credo si vergogni di noi». E poi «diceva "prima gli italiani" e non "prima il nord"».



Non ultimo, Casapound non nasconde di sapere che oggi il Carroccio è il carro dei vincitori: «Noi vogliamo vincere, agli altri piace rimanere marginali - afferma senza dubbi Di Stefano - Noi siamo forti della nostra identità, non facciamo un passo indietro. È quello che ci lega alla Repubblica sociale, un percorso che attraverso il Msi arriva a noi».
La Fiamma e il Sole delle Alpi mai così vicini: «Ormai il percorso di Salvini è chiaro e preciso - conclude Di Stefano - Il "ragazzo" è sincero e ci crede».
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