LA RABBIA
Sul luogo dell’incidente lacrime e rabbia. «Una situazione esplosiva che denunciamo da tempo», dicono dalle associazioni. Furti, roghi tossici e montagne di rifiuti sono l’incubo degli abitanti del quadrante nord occidentale di Roma. «Viviamo con disagio questa situazione di abbandono - aggiungono - Siamo esasperati e con l’arrivo dell’estate la situazione peggiora. È da tempo che sollecitiamo iniziative e adesso siamo arrivati ad un punto di rottura. Le parole devono diventare opere concrete.
Quello che è accaduto questa sera però supera ogni limite possibile». E pensare che il Consiglio del XIII Municipio poche settimane fa aveva approvato un atto con il quale richiedeva all’Amministrazione, di procedere alla chiusura del campo della Monachina. Un campo, tollerato, ma mai autorizzato, che versa in una situazione di degrado che crea grossi problemi ai residenti, essendosi verificati in zona episodi spiacevoli, dai furti ai fumi tossici, la sua collocazione nei pressi del raccordo anulare poi crea problemi di sicurezza per gli stessi occupanti.
«DOVEVA ESSERE CHIUSO»
«Le denunce e le foto del degrado che caratterizzano il campo della Monachina lasciano davvero poco spazio all’immaginazione - spiega il consigliere regionale, Fabrizio Santori - Si tratta della nuova Malagrotta, luogo dove i nomadi selezionano il materiale rovistato e occupano un’intera area tra Massimina e l’Aurelia invadendo quotidianamente il ponte che collega il XII e il XIII Municipio». Eppure questo è uno di quei campi che nel Piano Nomadi doveva essere chiuso e trasferito e invece oggi sprofonda sempre più tra i rifiuti, dove regna «una vera e propria anarchia».
«Tra roghi, rifiuti di ogni genere e condizioni igienico-sanitarie inaccettabili - tuonano i comitati di quartiere - si rischia ogni giorno davvero molto. L’Anas è costretta periodicamente a chiudere il ponte dell’Aurelia, dove si trova il campo, per effettuare bonifiche a spese dei contribuenti e mettere in sicurezza la stessa arteria».
© RIPRODUZIONE RISERVATA