Orrore a Roma in un appartamento a San Giovanni. Una madre ha ucciso a colpi di mannaia due figli e ferito gravemente una terza, poi si è impiccata.
La tragedia ha riguardato una famiglia marocchina. La donna, Khadia Fatkhani, 42 anni, è stata trovata priva di vita nalla vasca da bagno, con una corda stretta intorno al collo e una ferita alla gola. I tre figli, 9, 5 e 3 anni, sono stati trovati in differenti parti della casa, massacrati a colpi di mannaia o con un grosso coltello. La bimba di 5 anni, quando la polizia è entrata nell'appartamento, respirava ancora.
Gli investigatori stanno ascoltando le testimonianze dei vicini di casa. Al momento non si esclude nessuna ipotesi.
La lite familiare. Gli investigatori sono convinti che l'uomo sia stato ferito dalla donna al termine di una violenta lite familiare e che poi lui sia andato in ospedale per farsi curare, inventando la storia dell'aggressore sconosciuto per non mettere nei guai la moglie. Ma l'uomo ignorava, stanotte, che mentre lui si faceva curare in ospedale la moglie, sconvolta, consumava una strage.
La dinamica. La donna dunque, al termine della lite con il marito, convinta di avergli procurato una ferita mortale (l'uomo è grave) ha perso la testa e ha sfogato la sua furia cieca contro i figli. Li ha colpiti con una mannaia uccidendone due e ferendo gravemente la bimba di 5 anni. Poi è andata in bagno, è entrata nella vasca e si è impiccata con la cinta dell'asciugamano. Quest'ultima, poi, ha ceduto sotto il peso dalla donna e si è spezzata, dopo aver provocato una ferita lacerocontusa intorno al collo della marocchina, facendo pensare in un primo momento a una ferita da taglio.
La scena del delitto. Quando gli agenti sono entrati nell'appartamento si sono trovati di fronte a delle scene raccapriccianti. I corpi dei ragazzi erano sparsi in differenti stanze. Segno che devono essere stati inseguiti e colpiti ripetutamene prima di cadere sotto i micidiali fendenti.
I corpi della donna marocchina e dei tre figli sono stati trovati in un palazzo occupato da circa dieci anni da famiglie di immigrati. Al piano terra dell' edificio, la cui facciata è semicoperta da una impalcatura, si affacciano i locali del centro sociale occupato Sans Papiers. La famiglia viveva al quarto piano. Tra loro sudamericani, nordafricani, immigrati dall'est Europa. Secondo la testimonianza di una donna, la famiglia, che comprende anche il marito della donna trovata morta con i figli, occupava l'edificio da diversi anni. Tra gli immigrati c'è poca voglia di parlare e tutti appaiono molto scossi da quello che è successo.
È ancora in gravissime condizioni la bambina sopravvissuta alla furia della mamma. La piccola è stata per diverse ore in sala operatoria al secondo piano dell'ospedale San Giovanni dove era giunta nel primo pomeriggio con una profonda ferita alla gola. L'equipe medica è al lavoro per cercare di salvarle la vita.
Il direttore sanitario del nosocomio, Salvatore Passafaro, ha detto che «La bimba è stata operata a trachea e esofago. L'intervento coordinato dal primario di otorinolaringoiatria, Angelo Camaioni, lo stesso che operò Giovanni Paolo II, è riuscito. Ora i medici stanno intervenendo sulle ferite riportate ad una mano, ma la piccola non è ancora fuori pericolo».