Tagli a telefonate e pc per salvare Atac

Tagli a telefonate e pc per salvare Atac
di Fabio Rossi
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Sabato 25 Ottobre 2014, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 08:19

L'ultimo tentativo il Campidoglio lo sta facendo a fari spenti, concluso ormai l'iter per il piano di rientro: provare a convincere il governo ad allentare ancora un po' i vincoli del patto di stabilità per avere più soldi da spendere da qui al 31 dicembre. Ma questa strada, anche se dovesse portare a qualcosa, libererà al massimo una ventina di milioni, oltre ai 150 già svincolati dal governo, che peraltro potrebbero andare a finire alla voce investimenti.

Per chiudere i conti del 2014, salvando quindi l'Atac e il trasporto pubblico romano, sarà quindi necessario un assestamento di bilancio da 60 milioni di euro. E in tempi brevi, visto che la manovra dovrà essere approvata dal consiglio comunale entro il 15 novembre. «Il tpl deve essere finanziato dal fondo regionale - spiega Ignazio Marino - quando mi sono insediato il precedente presidente della Regione aveva dato come finanziamento zero euro e, grazie agli sforzi di Zingaretti siamo arrivati a 140 milioni, a fronte di una spesa per far funzionare tram, bus e metro di Roma di 550 milioni di euro l'anno». Questo problema, aggiunge il sindaco «non penso che possa essere risolto dalla Regione, che ha un deficit finanziario di dimensioni spaventose, ma deve essere affrontato, perché non è possibile far camminare tram, bus e metro senza i soldi».

L'OPERAZIONE
L'assessore al bilancio Silvia Scozzese ha preparato uno schema basato in gran parte sull'anticipo delle misure già contenute nel piano di rientro, orientate al contenimento della spesa e a tagli per utenze e forniture. I risparmi saranno gestiti per la quota maggiore dalla centrale unica degli acquisti, nata proprio per razionalizzare la spesa del Comune per beni e servizi. Dei 60 milioni attesi, infatti, 47 arriveranno da tagli di utenze e forniture: dai telefoni al carburanti, dai software per i computer alle auto blu. Saranno ridiscussi anche i contratti d'affitto pagati dall'amministrazione, con un risparmio stimato di quasi cinque milioni.

Ma anche i dipartimenti dovranno pagare dazio: alle cultura potrebbero mancare un paio di milioni, mentre alle politiche sociali ne potrebbero essere tagliati cinque (dopo che, comunque, ne erano stati recentemente stanziati una ventina per i Municipi) e qualcosa in meno andrà anche alle politiche educative, che già hanno incassato il colpo della sospensione degli aumenti delle rette per gli asili nido, decisa dal Tar.

IL COMITATO
Sarà un gruppo ristretto di alti dirigenti capitolini, presieduto dalla Scozzese, a coordinare l'attuazione del piano di rientro triennale. Del comitato fanno parte il ragioniere generale Maurizio Salvi, il capo di Gabinetto del sindaco Luigi Fucito e i direttori dei dipartimenti Partecipazioni, Adriana Del Pozzo, Razionalizzazione della spesa, Gabriella Acerbi, Organizzazione e Risorse umane, Antonella Caporali.