Tomas Milian torna a Ostia
Folla in delirio per "er Monnezza"

Tomas Milian torna a Ostia Folla in delirio per "er Monnezza"
di Giulio Mancini
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Domenica 19 Ottobre 2014, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 23:31
Roma ritrova er Monnezza e lo abbraccia con calore. L’incontro tra Tomas Milian, in arte l’ispettore Nico Giraldi dei poliziotteschi degli anni Settanta, ed il suo pubblico è avvenuto sabato 18 ottobre a Ostia, al Teatro del Lido, in occasione della presentazione della sua biografia “Monnezza amore mio” edita dalla Rizzoli.



Una folla in delirio ha avvolto di affetto l’ottantunenne attore cubano adottato dalla Capitale fin dai tempi dei film girati dal regista Bruno Corbucci. L'ultimo incontro tra Ostia e l'ispettore Nico Giraldi è del 1977 quando sul Ponte della Scafa si fecero le riprese di "Squadra Antitruffa", interpretato insieme con Massimo Vanni, in arte brigadiere Gargiulo, ospite anche lui al Teatro del Lido.



Un amore, quello verso Roma, ricambiato in egual misura da Tomas Milian che si sente figlio di questa città come spiega lui stesso. «Avrei voluto nascervi: se fosse successo non avrei avuto i problemi che ho affrontato nella mia vita - osserva – Il romano ha una grande forza, quella di gestire la sua vita e non di farsi gestire dalla vita. Quando nel 1957 venni per la prima volta a Roma, mi aspettavo di trovare la città che mi era stata descritta sui libri di storia, con la gente vestita con tuniche e sandali, gli spettacoli con i leoni e le grandi terme. Passando con la corriera davanti al Colosseo mi dovetti ricredere perché i romani vestivano in giacca e cravatta. Sono diventato italiano per amore e per gratitudine del mio pubblico».



Nei racconti di Tomas Milian emerge la forza di un regista di se stesso, di un attore dell’Actors Studio compagno di banco di una certa Marylin Monroe, che venera la città che le ha dato anche una moglie ed un figlio. «Il nome del Monnezza dei film l’ho scelto io: lo volevo romano di sette generazioni e richiama la mia infanzia quando con papà andavamo in giro per parenti a raccogliere avanzi di cibo da portare agli animali in campagna. Allora lui era il Monnezza ed io il Monnezzino che, poi, al cinema è cresciuto mantenendo un grande amore verso questa magnifica città – racconta l’attore – Quel personaggio l’ho persino vestito, scegliendo scarpe da ginnastica di una marca che ha tre strisce laterali perché quello è il mio numero fortunato: sono nato il 3 marzo, ovvero 3, del 1933. E ho scelto anche chi mi dovesse doppiare, ovvero Ferruccio Amendola che aveva un tono non da recitazione, perché considero recitare come fingere, ma naturale, da tutti i giorni».
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