Mi vendo gli anni '80 su eBay: dominano i robot giapponesi e i Ray Ban

Mi vendo gli anni '80 su eBay: dominano i robot giapponesi e i Ray Ban
di Giulia Aubry
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Mercoledì 20 Agosto 2014, 14:13 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 22:41
Complice la crisi economica, la riduzione delle dimensioni degli appartamenti o, pi semplicemente, il desiderio di rinnovare e rinnovarsi, mercati dell’usato e siti di compravendita online stanno vivendo una vera e propria esplosione. Si può ormai vendere e comprare di tutto come dimostra la piattaforma di aste online più famosa del mondo, eBay, che negli ultimi anni ha esposto nella sua vetrina virtuale oggetti tra i più improbabili: dall’anima del nonno defunto al piede reciso di un soldato della Guerra Civile, dal senso della vita a una patata a forma di Topolino, dal chewing gum masticato da Paris Hilton agli incantesimi woodo.





Ma uno dei fenomeni più interessanti è legato alla vendita (e conseguentemente all’acquisto da parte di altri) di memorabilia provenienti dai decenni della storia più recente. Tra tutti (forse anche per l’età attuale di chi li ha vissuti) i “favolosi” anni Ottanta. Amati e odiati, senza possibilità di vie di mezzo, nel tempo sono assurti a icona del kitsch, ma anche di una spensieratezza mai più ritrovata, di una promessa non mantenuta che va dagli yuppies alla caduta del muro di Berlino.

Per vedere ciò che resta di quel mondo - in cui il bene sembrava aver definitivamente vinto sul male (o presunto tale) – è sufficiente digitare “anni 80” nel motore di ricerca di eBay e scorrere le oltre 120.000 immagini che, solo in Italia, vi compaiono.

A farla da padroni sono soprattutto i giochi, in particolare i mitici robot giapponesi. Con poco meno di 10 euro si può comprare il Grande Mazinga, mentre per Gundam ce ne vogliono almeno il doppio (ma con la confezione originale in questo caso). Per Daitarn III invece si arriva a quasi 80 euro, più per merito delle due belle co-protagoniste del cartone animato che dell’energia solare che lo aiutava a sconfiggere i nemici. Ce ne vogliono addirittura 100 per un robot Hearoid originale, che ben pochi ricorderanno, e che si accompagna al suo simile Emiglio per quella generazione di piccoli automi che in molti avevano immaginato come precursori dei “domestici del futuro”. Ma il vero mito è il corvo Rockefeller, il pupazzo animato dal ventriloquo José Luis Moreno raffigurante un corvo antropomorfo in frac che imperversò sulle reti Rai e negli incubi di molti bambini dell’epoca. Si diceva avesse avuto un enorme successo in Spagna, ma dalla scarsità di offerte e dall’elevato numero di pupazzi ancora nel loro bel cellophane invenduti su eBay, tale osservazione oggi sembra più una strategia di marketing dell’era pre-internet. Non mancano all’appello neanche i Moncicci, linea di bambole (ma a vederle oggi sembrano più delle scimmiette pelose) prodotte ancora oggi in Giappone per collezionisti di tutto il mondo, fenomeno che in effetti ha qualcosa di inquietante.

Non possono mancare dischi e poster. A farla da padroni sono le vere icone degli anni ’80 come Madonna e i Duran Duran, che sono andati ben oltre la dimensione musicale entrando nell’immaginario culturale, della moda, della rappresentazione stessa della bellezza in quegli anni. Vinili, magliette, intere collezioni di riviste straniere con i volti di Simon Le Bon, John Taylor e Nick Rhodes, l’adolescenza di molte quarantenni e cinquantenni di oggi può essere acquistata on line per poche decine di euro. Ma tra i vinili per i collezionisti più accaniti si possono trovare anche Paul Young (quello con il ciuffo anni ’80 che a Sanremo cantò Love of the Common People con una coreografia decisamente improbabile), i grandi successi di Antoine (cantante francese di origine corsa oggi settantenne), Bruce Springsteen, Renato Zero, i Van Halen e Roxi Robinson in un mix che neanche un disk jockey ubriaco, e in vena di nostalgie, riuscirebbe a mettere assieme.

Per l’abbigliamento vanno alla grande i Ray Ban - nelle versioni tra i Chips e Top Gun - le fasce per capelli abbinate ai polsini in colori talmente fluo che solo gli addetti Anas potrebbero apprezzarne la nuance e le parrucche alla Tina Turner. E non può mancare l’omaggio al vero “eroe” degli anni 80, il paninaro. Piumini Moncler, Timberland, magliette Charro e tutti i numeri (o quasi) della rivista Paninaro, un fumetto che a leggerlo oggi fa arrossire chi ha condiviso quel gergo e quei comportamenti.

Ma soprattutto spopolano gli adesivi! Quelli che ricoprivano letteralmente gli armadi e le finestre degli adolescenti e che si conquistavano solo grazie a una “faticosa” cerimonia di iniziazione: l’ingresso in un negozio di abbigliamento senza acquistare nulla, ma solo per chiedere alla commessa qualche adesivo. Si va dai classici Ellesse a Speedo, SportTime, Pooh, Fila, Arena, Fruit of The Loom, Lacoste, per arrivare a quelli specifici dei singoli negozi in un tripudio di loghi e colori che oggi verrebbero bocciati da qualsiasi pubblicitario.

Un tuffo nel passato senza bisogno di una macchina del tempo! E per non farci proprio mancare nulla possiamo persino acquistare, per soli 20 euro, una splendida autoradio Autovox Kanguro, quei parallelepipedi con maniglia che accompagnavano le passeggiate domenicali dell’italiano medio al posto di tablet e smartphone. E chissà oggi che effetto farebbe…