Rapita alla nascita ritrova la sorella:
dopo 17 anni nella stessa scuola

Rapita alla nascita ritrova la sorella: dopo 17 anni nella stessa scuola
di Federica Macagnone
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Sabato 28 Febbraio 2015, 19:26 - Ultimo aggiornamento: 20:13
Diciassette anni senza sapere che fine avesse fatto la loro bambina. Diciassette anni vissuti nel ricordo di quei tre giorni di felicità precipitati velocemente nello sconforto per una madre che, mentre dormiva, si è vista rapire la sua piccola dalle braccia. Solo oggi, e grazie a una coincidenza sorprendente, quella bambina, che nel frattempo è diventata una piccola donna, ha potuto ritrovare la sua famiglia.



Era l'aprile del 1997 quando si persero le tracce di Zephany Nurse. La piccola venne rapita all'ospedale Groote Schuur di Città del Capo, in Sud Africa, dopo tre giorni dalla nascita. Diciassette anni di buio per i genitori Morné e Celeste che hanno continuato a festeggiare il compleanno ogni anno, non dimenticando mai la loro primogenita. Senza speranze di ritrovarla, i due hanno messo al mondo altri tre figli, Cassidy, Joshua e Micah, senza mai sapere che la loro bimba cresceva ad appena due chilometri di distanza dalla loro casa.



Una verità destinata a rimanere nell'oscurità se una coincidente del tutto fortuita e sorprendente non avesse fatto sì che la ragazzina si ritrovasse a condividere gli stessi spazi della sorella, più piccola di lei solo di qualche anno: Zephany e Cassidy, per uno strano scherzo del destino, si sono ritrovare a sedere nei banchi a distanza di due aule, nella stessa scuola, in classi diverse.



Senza che nessuna delle due potesse essere a conoscenza dell'altra, è iniziato un gioco di specchi riflessi grazie al loro aspetto: due gocce d'acqua, stessi occhi, stesso viso a tal punto da insospettire alcuni compagni di scuola che non hanno potuto fare a meno di notare una somiglianza sorprendente. E così, inseguite da quelle voci di corridoio che erano giunte anche all'orecchio della famiglia Nurse, Cassidy e Zephany hanno deciso di incontrarsi e di andare a mangiare un hamburger insieme, subito dopo il primo giorno di scuola: è stato allora che si sono guardate e hanno capito che non poteva essere solo una somiglianza casuale. A spiare l'incontro a una distanza “di sicurezza” papà Morné che, appena le ha viste insieme, è scoppiato a piangere e ha immediatamente chiamato la polizia: la prova del Dna ha confermato che quella ragazza era la loro figlia perduta.



«Siamo molto emozionati e felici. È una gioia indescrivibile – ha detto la zia Zephany, Shantal Berry - Ci sentiamo in un sogno e continuiamo a ripeterci: “Davvero questo può accadere?"». Ricordando il momento in cui la ragazza è stata rapita, Shantal ha continuato: «È stato come un funerale. Ci siamo sentiti vuoti, persi. Ci siamo chiesti mille volte il perché, ma non siamo mai riusciti a trovare un senso a quanto è accaduto».



La donna accusata di aver rapito Zephany e di averla cresciuta nella finzione è una 50enne con altri figli. Venerdì è apparsa davanti alla Magistrates Court di Città del Capo e dovrà rispondere delle accuse di sequestro di persona, frode e violazioni della legge sull'infanzia.



Per Zephany, momentaneamente sotto protezione del dipartimento dei servizi sociali, a breve si apriranno le porte di una nuova vita. Dovrà superare il trauma di un rapimento di cui non era a conoscenza e dovrà ricominciare da zero a fianco di quella famiglia che ogni aprile spegneva le candeline anche per lei. Ora, tra poco più di un mese, potranno spegnerle tutti insieme per la prima volta.