Nel 1997, quando Max aveva solo 7 anni, suo padre ha stipulato per lui una polizza sulla vita. Ha speso in tutto 50 mila franchi, circa 8 mila euro di oggi. Poi ha scoperto che ogni venerdì l’assicurazione gli permetteva di ricollocare la somma investita in diversi fondi al prezzo che avevano la settimana prima. Bingo! George ha potuto così prevedere le percentuali di crescita, e monetizzare al massimo i suoi investimenti acquistando o vendendo con la certezza di sapere già cosa era successo nel mercato. Un sogno per chi investe, un dramma per la sostenibilità finanziaria della compagnia, e dei suoi clienti.
Era un contratto destinato ai migliori portafogli, tipico degli anni 90, quando i mercati si muovevano molto più lentamente e le quotazioni erano pubblicate con molta meno frequenza rispetto agli aggiornamenti continui di oggi. Immaginate però di potervi scegliere e aggiudicare le migliori prestazioni del mercato ogni settimana. E’ quel che ha fatto il signor George: ha sfruttato a pieno le clausole del contratto e ha moltiplicato il suo gruzzolo guadagnando una rendita annuale del 68%. Quanti soldi? Calcolatrice alla mano la cifra sfiora i 100 milioni di euro. Niente male, considerati gli 8 mila iniziali.
La compagnia assicurativa, L’Abeille Vie (ora Aviva France), la sesta al mondo, ha provato a rimediare con diverse cause legali. Una delle strategie che ha tentato è stata quella di accusare George di essersi comportato più da speculatore che da risparmiatore. Ma lui, il piccolo risparmiatore, non molla e si è limitato a sventolare il suo contratto. La compagnia ha anche cercato di strappare il contratto offrendo una indennità di 100 franchi, ma George ha risposto picche perché aveva capito che quella polizza si era trasformata in un biglietto della lotteria vincente.
La patata bollente è nelle mani dei tribunali che finora hanno dato abbondante ragione al risparmiatore: la Cassazione ha sentenziato che George deve poter vedere riconosciuto, e onorato, il suo contratto con tutte le possibilità che prevede. Secondo un portavoce di Aviva interpellato la Challenge, nelle casse della compagnia ci sarebbero una ventina di milioni di euro previsti per questo genere di incidenti. Ma basteranno? Secondo i calcoli del Financial Time George potrebbe diventare miliardario entro il 2020 e comprarsi tutta la compagnia assicurativa entro il 2030.