Tim Cook uomo più influente del mondo, nella lista di "Fortune" Draghi è secondo, il Papa quarto

Tim Cook (ilmessaggero.it)
di Giacomo Perra
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Venerdì 27 Marzo 2015, 18:17 - Ultimo aggiornamento: 19:47
Si possono conciliare ricchezza, potere e filantropia? Assolutamente sì. La dimostrazione più attuale e probante, in questo senso, è quella fornita da Tim Cook, amministratore delegato di “Apple” il cui immenso patrimonio, stimato complessivamente in circa 800 milioni di dollari, dopo la sua morte, andrà in beneficenza nella sua quasi totalità. Il Ceo del colosso di Cupertino ha raccontato la sua scelta al magazine americano “Fortune”, che, guarda caso, l’ha inserito al primo posto nella classifica dei cinquanta uomini più influenti al mondo, una ristretta cerchia di persone che, con le loro condotte più o meno esemplari, stanno cambiando o cambieranno a breve in meglio il nostro pianeta.



Nella lista, stilata come ogni anno tenendo conto delle capacità di guida e leadership e, appunto, delle qualità etiche e morali degli aspiranti candidati, Cook precede un italiano, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, lodato per aver fatto “tutto il necessario per tenere unita la zona Euro”.



Alle spalle di Draghi, terzo posto per il capo di Stato cinese Xi Jinping, di cui il periodico elogia l’intenzione di sostenere una serie di “significative riforme, tra cui il rafforzamento dello stato di diritto”. Quarta posizione, invece, per Papa Francesco, celebrato per il suo piglio progressista: “Da quando è diventato pontefice ha stravolto la guida di una delle più grandi istituzioni: la Chiesa cattolica. Non si tratta solo di aver dato l’esempio: ha sostenuto la virtù della carità e la modestia, ma è anche stato decisivo rimpiazzando tutto il consiglio di amministrazione della Banca del Vaticano”.



Dietro Bergoglio, quinta piazza per il primo ministro indiano Narendra Modi, seguito, a sorpresa, da una cantante, la popstar statunitense Taylor Swift. Dell’artista di “1989”, “Fortune” sottolinea la battaglia contro “Spotify” - privò il celebre sito di streaming del suo prezioso catalogo - e in generale il suo essere un modello positivo per tutto il movimento musicale internazionale.



Chiudono la top ten, in cui, rispettivamente diciottesimo e venticinquesimo, non compaiono Bill Gates e Mark Zuckerberg, la presidente di “Medici senza frontiere” Joanne Liu, il giudice capo della Corte Suprema degli Stati Uniti John Roberts Jr., l’amministratrice delegata della “General Motors” Mary Barra e lo studente e attivista di Hong Kong Joshua Wong.