Nella lista, stilata come ogni anno tenendo conto delle capacità di guida e leadership e, appunto, delle qualità etiche e morali degli aspiranti candidati, Cook precede un italiano, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, lodato per aver fatto “tutto il necessario per tenere unita la zona Euro”.
Alle spalle di Draghi, terzo posto per il capo di Stato cinese Xi Jinping, di cui il periodico elogia l’intenzione di sostenere una serie di “significative riforme, tra cui il rafforzamento dello stato di diritto”. Quarta posizione, invece, per Papa Francesco, celebrato per il suo piglio progressista: “Da quando è diventato pontefice ha stravolto la guida di una delle più grandi istituzioni: la Chiesa cattolica. Non si tratta solo di aver dato l’esempio: ha sostenuto la virtù della carità e la modestia, ma è anche stato decisivo rimpiazzando tutto il consiglio di amministrazione della Banca del Vaticano”.
Dietro Bergoglio, quinta piazza per il primo ministro indiano Narendra Modi, seguito, a sorpresa, da una cantante, la popstar statunitense Taylor Swift. Dell’artista di “1989”, “Fortune” sottolinea la battaglia contro “Spotify” - privò il celebre sito di streaming del suo prezioso catalogo - e in generale il suo essere un modello positivo per tutto il movimento musicale internazionale.
Chiudono la top ten, in cui, rispettivamente diciottesimo e venticinquesimo, non compaiono Bill Gates e Mark Zuckerberg, la presidente di “Medici senza frontiere” Joanne Liu, il giudice capo della Corte Suprema degli Stati Uniti John Roberts Jr., l’amministratrice delegata della “General Motors” Mary Barra e lo studente e attivista di Hong Kong Joshua Wong.