"Giovani si diventa", ma per Ben Stiller e Naomi Watts potrebbe già essere troppo tardi

"Giovani si diventa", ma per Ben Stiller e Naomi Watts potrebbe già essere troppo tardi
di Fabio Ferzetti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Luglio 2015, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 18:15
Ci sono molti modi di guardare una commedia acuta e sovraccarica di spunti come Giovani si diventa, diretto dal Noah Baumbach di Frances Ha e Lo stravagante mondo di Greenberg. Il più immediato purtroppo, almeno in Italia, consiste nello stupirsi dell’età dei protagonisti. Possibile che in un film sulla fascinazione reciproca e i rancori più o meno segreti che intercorrono tra diverse generazioni, i “vecchi” siano Ben Stiller (49 anni) e Naomi Watts (46)? Possibile che passata la quarantina negli Usa ci si senta stanchi, superati, prossimi alla rottamazione?



Nel nostro paese ad alto tasso di gerontocrazia, può sembrare curioso. Ma se vivete nell’ambiente paraintellettuale newyorkese (Brooklyn, per la precisione); se siete sposati da tempo ma nel vostro giro siete gli unici a non aver avuto figli; se per giunta, come l’irrequieto Josh (Stiller), siete ingolfati da dieci anni nel montaggio di un documentario troppo ambizioso... beh, allora si può capire perché sia così facile lasciarsi affascinare da quel giovane hipster spavaldo (Adam Driver) che accosta il regista-professore alla fine di una lezione coprendolo di complimenti e osservazioni interessanti sul cinema e in particolare sui suoi film. Gettando le basi di un’amicizia inattesa che lo stupefatto Josh prende come manna caduta dal cielo.



ETERNA ADOLESCENZA

Anche perché i 25enni Jamie e Darby (Amanda Seyfried), già sposati ma sospesi nell’eterna adolescenza della loro generazione, sembrano davvero la replica più giovane, energica e disinibita di Josh e Cornelia (Watts). Una specie di specchio ideale in cui i due 45enni possono guardarsi, distogliendo lo sguardo dai loro problemi personali per scoprire nuovi riti, nuove mode, nuovi divertimenti, anche nuove scemenze (come il rito collettivo di purificazione con l’ayahuasca, la droga che fa vomitare, letteralmente, i propri demoni, scena esilarante). Chiudendo un occhio non solo su se stessi ma anche su quei loro nuovi amici.



Che sono simpatici, certo, vanno sui pattini e in bicicletta, sono pieni di inventiva, sanno fare (sorprendentemente) un mucchio di cose con le mani, sembrano rifiutare le facilità e le convenzioni dell’era digitale, hanno in casa una collezione di vinili e una gallina, soprattutto sembrano liberi da quell’ossessione per catalogazioni e distinzioni culturali di cui sono imbevuti Josh e Cornelia, figli di un’epoca in cui esistevano ancora stili, valori, gerarchie... Ma forse non la contano tutta giusta.



Anche se la caduta delle maschere, molto telefonata, è la parte forse meno convincente di questo film. Che vola finché ironizza, come un Woody Allen acidulo, su tutte le distanze culturali (e non solo) fra le due generazioni. Ma segna un po’ il passo quando Baumbach aggredisce il nodo centrale della storia (della storia, non del film: ed è vero che non era facile tradurre in azione un tema così astratto).



Vale a dire la rete di diritti e doveri che regolano o dovrebbero regolare il lavoro di ogni creativo nei confronti di ciò che racconta e di chi lo ha raccontato prima di lui. Siamo proprio sicuri che ogni canzone equivale a un’altra, che i Ghoonies valga Quarto potere, che tutto ciò che è già stato scritto, composto, filmato etc., sia a nostra disposizione, senza prezzi da pagare o apprendistati da superare?



Di questo in fondo parla, con leggerezza, questo film liberamente ispirato a una pièce di Ibsen, Il costruttore Solness. Dobbiamo ricordare che è uno dei dibattiti chiave dei nostri anni?





Giovani si diventa (While We're Young)

COMMEDIA, USA, 97'

di Noah Baumbach. Con Ben Stiller, Naomi Watts, Adam Driver, Amanda Seyfried, Charles Grodin, Adam Horovitz, Maria Dizzia, Brady Corbet

© RIPRODUZIONE RISERVATA