“Magic in the Moonlight”: Woody Allen torna negli anni Venti con Emma Stone e Colin Firth

“Magic in the Moonlight”: Woody Allen torna negli anni Venti con Emma Stone e Colin Firth
di Flavio Pompetti
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Domenica 20 Luglio 2014, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 08:43

La cura migliore contro la gogna mediatica che ha investito Woody Allen lo scorso inverno stato il lavoro.

Il regista ha interrotto le riprese per qualche giorno, per rispondere alle rinnovate accuse di molestie sessuali che la figlia adottiva della sua ex compagna Mia Farrow, Dylan, aveva riportato alla luce da un passato remoto: «È ovvio che non l'ho mai toccata - ha scritto Allen in un'editoriale - e questa è l'ultima volta che accetto di parlarne».

Poi si è rituffato nel lavoro. Una nuova musa cui ispirarsi: Emma Stone, ex fiamma di Spider-Man; due film in rapida successione: Magic in the Moonlight (Magia al Chiaro di Luna) che sta per uscire nelle sale americane, e un secondo progetto, sempre con la Stone, affiancata da Joaquin Phoenix, al quale sta lavorando al momento.

Come a voler sottolineare il bisogno di prendere distanza dalle asperità del presente, il 78enne regista americano è tornato ad immergersi per Magic negli anni Venti. Un periodo a lui caro, che ha fatto da sfondo a lavori precedenti come La Rosa Purpurea del Cairo, Radio Days, Pallottole su Broadway. Un tempo sospeso tra le due guerre e allo stesso tempo tra i film muti e i “talkies”.

GIOCHI DI PRESTIGIO

Un'atmosfera ideale per evocare l'altra costante reverie che attraversa le storie di Allen: la magia. La magia pasticciona e casalinga di New York Stories dove un mago da baraccone fa sparire dal palco la sua ingombrante mamma ebrea, solo per trasferirla in un’onnipresente effigie, incastonata nel cielo di Manhattan, e quella di Scoop, dove lui stesso è apparso nei panni di un aspirante Houdini.

In Magic la strega-spiritualista-donna fatale è Emma Stone, nei panni di Sophie Baker, una giovane americana piombata sulla Costa Azzurra, dove ha sedotto con la sua aura di veggente un'intera famiglia di ricchi industriali dell'acciaio di Pittsburgh. Al suo fianco Stanley (l'inglese Colin Firth), ingaggiato nel tentativo di smascherare la frode e rompere l'incantesimo che rischia di disperdere con un matrimonio affrettato il patrimonio di famiglia.

È superfluo anticipare che Stanley fallirà nel suo compito, anzi la sua logica razionale finirà per soccombere di fronte al fascino misterioso di Sophie, e i due saranno entrambi travolti dal fatale romanticismo del paesaggio provenzale, nel quale il film è ambientato.

«Mi sento come Blanche Dubois - ha confessato di recente Allen in un'intervista al New York Times, citando la stralunata protagonista di Un Tram Chiamato Desiderio - sogno sempre che nella vita ci sia una certa dose di magia. Sfortunatamente non ce n'è mai abbastanza, e i piccoli frammenti di incantesimo sono affossati nella durezza della realtà».

FASCINO

Magia e giochi di prestigio hanno affascinato il regista fin dall'infanzia: «Sono affini alla mia intima natura criminale, che avrebbe voluto che io diventassi un baro, un giocatore d'azzardo, o un buon truffatore», ironizza Allen, il quale ricorda i goffi tentativi di improvvisare spettacoli a pagamento per la banda di coetanei nel quartiere di Midwood in Brooklyn dove è cresciuto. Nella sua età matura la passione è divenuta uno degli ingredienti base dei suoi film, spesso sospesi in una dimensione ireale, tra la realtà e il sogno.

L'altra costante della sua arte è la fascinazione per le giovani attrici di talento: una lunga sequenza di stelle che Allen ha contribuito a lanciare nel firmamento di Hollywood. Emma Stone è la sua fiamma di celluloide del momento: «È bella - dice di lei - e straordinariamente dotata di talento».

Con lei e con Phoenix, Woody è tornato a girare negli Usa il prossimo film, sulla costa del New England, che sarà pronto per il debutto la prossima primavera.

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