"Scusate se esisto", Paola Cortellesi e la discriminazione femminile: «Care donne, fatevi valere»

"Scusate se esisto", Paola Cortellesi e la discriminazione femminile: «Care donne, fatevi valere»
di Gloria Satta
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Sabato 15 Novembre 2014, 06:14 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 14:24
Lei, Paola Cortellesi, è un architetto di talento con vasta esperienza all'estero ma, quando torna in Italia, per avere un lavoro deve fingersi segretaria di un fantomatico capo maschio. E chi, per sostenere l'inganno, è meglio di Raoul Bova, omosessuale costretto a nascondere la sua vera identità? La storia di questi due ”invisibili”, legati da un'amicizia più solida dell'amore, fa da sfondo a Scusate se esisto!, la nuova commedia diretta da Riccardo Milani, n elle sale dal 20 novembre.

Cortellesi, 41 anni a giorni, firma la sceneggiatura con Milani (suo marito), Furio Andreotti e Giulia Calenda.



Come le è venuta, Paola, l'idea del film?

«Dall'osservazione della realtà. In Italia, a parità di merito, una donna è considerata meno dell'uomo».



È capitato anche a lei?

«Certo! Non ho mai fatto l'architetto, ma il film ha molti aspetti autobiografici. Questa è la mia prima sceneggiatura cinematografica ma per anni ho fatto l'autrice tv e spesso, trovandomi al tavolo con colleghi uomini, ho avuto l'impressione di essere trasparente. La parola definitiva si aspetta sempre dai maschi».



Ha quindi deciso di vendicare le lavoratrici discriminate?

«Il film non è un atto d'accusa, ci mancherebbe, ma una commedia, vuole far sorridere. La discriminazione però esiste, eccome. E nasce da un meccanismo automatico, spesso alimentato dalle donne stesse».



Che intende dire?

«Siamo portate a fare le chiocce e le eterne assistenti. Spesso rinunciamo spontaneamente al ruolo che ci spetterebbe per competenza e talento. Gli uomini sono più bravi di noi a rivendicarlo. Dobbiamo fare autocritica e cambiare la cultura che ci porta ad essere subalterne».



È favorevole alle quote rosa?

«Tema controverso. Sarebbe meglio che non ce ne fosse bisogno: le persone dovrebbero venire considerate in base alla competenza, non al sesso. Ma di fronte a ingiustizie palesi, posso capire la necessità delle quote».



Esiste una comicità ”al femminile”?

«Non credo. Forse uomo e donna usano un linguaggio diverso, ma la comicità non ha sesso, è di tutti».



Ha sempre desiderato far ridere?

«No. Come tutti gli attori, da ragazzina decisi di recitare per rappresentare i classici. Poi, a teatro e alla radio, la mia ironia naturale è emersa con prepotenza. E il primo a incoraggiarmi sulla via della commedia è stato un uomo, il grande Vaime».



Che tipo di mamma è per la sua bambina Laura, di 22 mesi?

«Una mamma come tutte le altre, con le stesse apprensioni e la stessa paura di sbagliare».



Considera un vantaggio lavorare con suo marito?

«Ci siamo conosciuti nel 2002 sul set del film Il posto dell'anima, abbiamo girato insieme Piano solo ma poi ognuno è andato per la sua strada. Ci siamo ritrovati per Scusate se esisto! che è nato da discorsi comuni e osservazioni dialiettiche alimentate in casa. Prima delle riprese abbiamo discusso tanto, ci chiamavano Casa Vianello!».



Come sta, secondo lei, il cinema italiano?

«Bene, mi pare. Arriva in sala una commedia alla settimana e forse le uscite andrebbero distanziate per non inflazionare il mercato, ma c'è grande vitalità».



Farà la regista, un giorno?

«Perché no, è un bellissimo mestiere. Ma ho ancora tanto da imparare».