Bagheria, nel baule dei ricordi di Dacia Maraini: «Ecco come l'hanno distrutta»

Dacia Maraini
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Lunedì 21 Luglio 2014, 14:02 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 13:13
Dacia Maraini si racconta al pubblico del Maxxi di Roma. La scrittrice è stata protagonista del secondo incontro della rassegna "Nel baule. Ricordi e autobiografie", giovedì 17 nello spazio Yap Piazza del museo capitolino.



Insieme a Roberto Ippolito, curatore della rassegna, e all'attrice Olga Pultrone, che ha letto i brani tratti dal libro, Maraini si è svelata attraverso le pagine del suo romanzo autobiografico "Bagheria" (Rizzoli, 1993).



La scrittrice ha raccolto dal baule le fila di quel passato che tanto l'ha segnata, per recuperare la sua infanzia isolana, la sua parte materna rifiutata in nome di scelte ideologiche, di sensazioni inafferrabili, di ripudi annidati nella subcoscienza.



«Bagheria l'ho vista per la prima volta nel '47», racconta. Dacia Maraini era una bambina. Vi arrivò per abitare con i genitori nella villa dei nonni materni dopo la guerra, dopo due anni di terribile prigionia in Giappone e «una traversata sull'oceano minato» con un transatlantico. Cominciano da questo momento i ricordi che vengono presi "Nel baule".



«A Palermo ci aspettava la famiglia di mia madre. Un nonno morente, una nonna dai grandi occhi neri che viveva nel culto della sua bellezza passata, una villa del Settecento in rovina, dei parenti nobili, chiusi e sospettosi»: È questo l'inizio di uno dei primi capoversi che guidano in una storia personale di grande intensità.



Nei racconti c'è il padre Fosco, amato «più di quanto sia lecito amare un padre», ci sono tanti personaggi dell'infanzia, ci sono l'arroganza familiare e la sopraffazione maschile nella conversazione di Dacia Maraini con Ippolito e nelle pagine lette da Olga Pultrone.



E c'è la mafia di cui «non si parlava mai, allora»: del resto «Bagheria è una città mafiosa, lo sanno tutti», ma «non si deve dire». Tornare indietro con la memoria significa tornare a Bagheria e vedere, dice Dacia Maraini, «come hanno sfondato mezzo paese per fare entrare l'autostrada nuova fiammante fin sotto casa, buttando giù gli antichi giardini, abbattendo colonne, capitelli, alberi secolari». Perciò, fa presente, «mi si chiude la gola».



A Villa Palagonia «vedo che hanno costruito, ancora, pezzo per pezzo, alla carlona, con una furia devastatrice e becera, proprio dietro le bellissime statue di tufo, glorie della meravigliosa immaginazione barocca siciliana e mi si rivoltano le viscere».
Insomma, «tutto il corpo alla fine è in subbuglio e che fare?».




«Quando ero una ragazzina non mi rendevo conto di quello che stava accadendo», racconta la scrittrice, «Me ne sono accorta solo dopo. Il processo di distuzione è stato lento».



Il prossimo appuntamento al Maxxi con "Nel baule. Ricordi e autobiografie" è giovedì 24 luglio alle ore 19 con Lina Wertmüller con "Tutto a posto e niente in ordine". Ingresso gratuito.
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