Gli obiettivi politici, ideologici e le strategie dei movimenti fondamentalisti

Gli obiettivi politici, ideologici e le strategie dei movimenti fondamentalisti
di Carmine Castoro
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Venerdì 19 Settembre 2014, 02:26 - Ultimo aggiornamento: 19:49
Abbiamo ancora negli occhi le immagini strazianti e di una violenza primitiva in cui nelle ultime settimane i cosiddetti “tagliagole” dell’emergente Califfato Islamico hanno decapitato davanti all’opinione pubblica mondiale due giornalisti e un cooperante di area anglo-americana.

Tute arancione modello Guantanamo per le povere vittime che aspettano il colpo fatale del coltello dell’esecutore, e nel frattempo sono costrette a leggere invettive contro Obama e preghiere di addio ai familiari. Una tuta nera con cappuccio per il boia che si presenta come il custode di “verità” che meritano il sangue degli innocenti per arrivare alle volontà indurite dei capi di Stato che li avrebbero abbandonati alla loro sorte.



Uno scenario terribile, che si ripete da molti anni, e che porta, oltre che al sacrificio di tanti uomini donne e bambini e a tanta distruzione fisica, alla mutilazione di quell’ideale universale della Libertà e dell’Uguaglianza fra abitanti del mondo, principio che, sancito e difeso incondizionatamente in fasi storiche ormai lontane, sembra non godere più di alcun appeal culturale oggi, quasi estromesso dal linguaggio e dal senso comune.



E allora ha ragione il grande antropologo francese Marc Augé quando, nel suo ultimo “L’antropologo e il mondo globale” (Raffaello Cortina) - testo come sempre nel suo stile, raffinato e ficcante - così focalizza il tema caldo dell’emancipazione dei popoli e dei singoli: “Non è un compito facile, nella misura in cui, da una parte sono proprio delle potenti figure individuali, gli oligarchi della globalità, quelle che oggi simboleggiano la riuscita politica, economica o mediatica, e, dall’altra parte, le forme di resistenza o di contestazione che vi si oppongono passano attraverso riferimenti culturali o adesioni religiose che sono spesso alienanti. Circolo vizioso – conclude il famoso pensatore francese -, dunque, imputabile al fatto che, in entrambi i casi, è l’uguaglianza degli individui (vale a dire la presenza dell’uomo generico in ognuno di loro) a essere fondamentalmente rinnegata, nonostante essa costituisca l’unico garante della loro sovranità e l’unica risorsa della loro libertà”.



Se, dunque, come sembra sostenere, oltre che Augè, anche questa preziosa antologia di studi e ricerche della Eurilink, è un dirottamento dalla radice profonda dell’umano (che vada nella direzione della prassi politica o verso i cieli dell’obbedienza a un credo) il cuore del fondamentalismo qualunque esso sia, è proprio quello di impronta religiosa a trovarsi come dimidiato fra lo sgretolamento delle Grandi Narrazioni e l’incapacità a creare un nuovo racconto collettivo, scegliendo la via perversa della violenza e della sopraffazione.



E allora, quali sono le caratteristiche ricorrenti dei movimenti religiosi di tipo fondamentalista? Quali sono i fattori che spiegano l'attuale espansione di questi movimenti in diversi contesti religiosi e aree geografiche? Quali sono gli obiettivi politici politico-ideologici e le strategie dei movimenti fondamentalisti? Questo libro, che raccoglie gli esiti di sei seminari organizzati dalla Fondazione Link Campus University di Roma e dall'Istituto Gino Germani, si propone di dare delle risposte a queste ma anche ad altre domande cruciali sui fondamentalismi religiosi, approfondendo e analizzando il fenomeno in prospettiva comparativa. Il forte impatto degli ultimi decenni sul sistema politico internazionale e sui processi politici interni agli stati nazionali, infatti ha portato il mondo a confrontarsi con il fenomeno del fondamentalismo religioso in maniera ancora più approfondita e sistemica rispetto al passato. Più in generale, una certa “recrudescenza” del fenomeno, secondo certi studiosi, sarebbe dovuta al sempre più crescente processo di secolarizzazione del mondo. E a una sorta di autodifesa radicale e assolutista – come sostiene lo stesso curatore dell’opera, professor Sergio Germani-, di arroccamento ideologico, potremmo dire, contro il relativismo dei valori e la messa fra parentesi cui una società quasi completamente laicizzata e tecnicizzata costringe le pratiche religiose e la dimensione del sacro.

“I fondamentalismi religiosi nel mondo contemporaneo” è a cura di Anna Maria Cossiga e Luigi Sergio Germani. Contributi di: S.Caprio, M.Cassuto Morselli, S.Dambruoso, C.Galzerano, D.Garrone, L.S.Germani, M.C.Giorda, M.Giuliani, G.Gomel, M.Introvigne, E.Molinaro, P.Naso, Y.Pallavicini, L.Pellicani, C.Sbailò, F.squarcini, L.Vidino.



AA.VV. “I fondamentalismi religiosi nel mondo contemporaneo” (Eurilink, pag. 350, euro 18)